Teatro Belli. “Gente di facili costumi”. Da vedere e rivedere. Recensione

Una commedia degli anni Ottanta sviscera la sua attualità grazie ad una coppia di interpreti d’eccezione e ad una regia che ne moltiplica l’ironia sulla scena

ROMA – Quale è e come viene definita o rappresentata oggi la “gente di facili costumi”? Non sembrano in realtà esserci notevoli differenze tra quanto un quarto di secolo fa scrissero Nino Manfredi e Nino Marino per dipingere il ritratto di una società conformista che giocava concretamente e nel privato con schemi anticonvenzionali e che poteva vedere cambiare le carte in tavola solo vivendo un’esperienza umana oltre i propri pregiudizi.

Abbattere oggi dei modelli preacquisiti da regole dettate da abitudinari stili di vita o pregresse convenzioni legate al proprio modo di essere e di vivere puo’ apparire più facile, visti i tempi e le tendenze di massa – come anche la crisi economica che percorre il nostro Paese – ma il regista Carlo Emilio Lerici, avvalendosi di due attori di spessore, dal forte carattere e dall’espressività eclettica quali Antonio Salines e Francesca Bianco, ha saputo strizzare l’occhio al passato e adeguare i personaggi al presente mescolando arguzia, classe, ironia e ritmi scenici scattanti alla rappresentazione andata in scena al Teatro Belli di Roma nelle scorse settimane e pronta per il tour nei teatri italiani, a cominciare da Bolzano.

Dopo il successo delle scorsi stagioni ottenuto con “Coppia aperta quasi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame, si è ritrovata dunque sul palco una coppia ipercollaudata che si diverte, oltre a far divertire, a vestire i panni di personaggi per certi versi anacronistici (quanti intellettuali di estrema nicchia oggi continuano infatti a credere di poter campare del proprio lavoro?) quanto mai attuali (la prostituta “Principessa” interpretata dalla Bianco è a tutti gli effetti una normale professionista del settore che oltre a mantenersi riesce anche a mantenere gli sfrattati e a soddisfare i propri capricci culinari e di abbigliamento).

Protagonisti della pièce sono infatti Anna, una “lucciola” che rincasa tardi la notte, disordinata e rumorosa che, ovviamente, disturba l’inquilino del piano di sotto, che soffre d’insonnia. E Ugo, un intellettuale che vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema, inquilino del piano di sotto, che sogna di fare un film d’arte, che cerca di essere un intellettuale e avrebbe bisogno di un po’ di tranquillità per concentrarsi. Ma che ovviamente non riesce a dormire a causa di Anna. La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina rumorosa e lei, per la confusione, lascia aperto il rubinetto dell’acqua della vasca. Con conseguente allagamento del piano di sotto e necessità di Ugo, afflitto anche da uno sfratto, di trovare rifugio da “Principessa”. Da questa convinvenza “forzata” prendono il via una serie di esilaranti situazioni. Sino al sospirato happy-end. A cui si approda dopo due ore di grande divertimento.

Andato in scena per la prima volta nel 1988, con lo stesso Nino Manfredi nei panni del protagonista, questo testo è considerato ancora oggi uno dei testi più eclatanti apparso sulle scene teatrali italiane negli ultimi anni. Lerici ne ha fatto una riduzione corposa, ma ben equilibrata, lasciando spazio tanto a una collaudata mimica e prossemica nelle relazioni psico-fisiche dei due protagonisti, sia al tempo di reazione del pubblico nel reagire istintivamente con ghigni, risate ed applausi ad una intrinseca comicità di situazione che esalta in maniera congeniale anche l’espressività interpretativa, giocosa ma alquanto acuta, di un duetto di mestiere affiatatissimo.

Si replica per tutta la stagione. Da vedere e rivedere.

Teatro Belli in collaborazione con Ass. Cult. La Comune Bolzano presenta

GENTE DI FACILI COSTUMI

di Nino Manfredi e Nino Marino

con Antonio Salines e Francesca Bianco

voce fuori campo Carlo Emilio Lerici

musiche Roberto Fia

scene e costumi Giuseppe Lorenzo

regia di Carlo Emilio Lerici

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