The Young Pope. Intervista a Paolo Sorrentino

ROMA  – In questa intervista il premio Oscar racconta lo spirito e i retroscena di “The Young Pope”, la serie tv di cui è autore e che vedremo su Sky a partire dal 21 ottobre.

Come ha affrontato il passaggio dal lungometraggio alla serie tv di quasi 10 ore ?

Questa opportunità offre ai registi di fare un lavoro poderoso. La possibilità di sperimentare in libertà, lungo l’arco di una storia così complessa e sfaccettata, mi è parsa un’enorme occasione di spaziare con la fantasia, senza rinunciare a tutti quegli elementi narrativi che per ragioni di tempo e di spazio, nel racconto cinematografico, spesso invece vengono sacrificati. Tutto questo grazie all’intelligenza e disponibilità dei committenti che offrono risorse economiche e libertà creativa. 

Lei è il regista che più di tutti è attento all’estetica e questo nuovo lavoro ne è l’ennesima conferma.

Grazie, anche se spero di non aver speso 40 milioni di euro di packaging (confezione n.d.r.). Mi auguro anche di aver detto qualcosa in modo diverso. L’idea è di raccontare il clero per ciò che è, con tutti i limiti e le incapacità proprie degli esseri umani. La serie non ha un aspetto provocatorio e nemmeno i luoghi comuni tipici delle opere precedenti sulla Chiesa. 

Perché ha scelto Jude Law?

L’avevo visto qualche anno fa in “Era mio padre” di Sam Mendes e mi aveva incantato per la camminata. In quel film Jude camminava in un modo che rivelava tutto il mondo interiore del suo personaggio. Un attore che attraverso un movimento del corpo è in grado di dire così tanto su un personaggio è un attore fuori dal comune. Solo un talento sterminato poteva caricarsi sulle spalle un personaggio così difficile come quello di un Papa che non esiste nella realtà.

Chi ha avuto l’idea di far assumere al personaggio di Jude Law la postura di Papa Pio XII nelle foto dopo il bombardamento di San Lorenzo?

L’immagine la conoscevo io e con Jude abbiamo deciso di ispirarci a quella e anche alla posizione assunta da Rooney (Wayne Rooney, attaccante del Manchester United n.d.r.) che quando segna assume quella posizione.

In una recente intervista Ron Howard ha detto di aver visto Gomorra e che aspetta con curiosità di vedere The Young Pope. Un nuovo rinascimento per il cinema italiano ?

L’Italia è un luogo con molte storie essendo un crocevia, storie che possono essere di interesse internazionale. Questo processo si sta avverando grazie alla nuova dialettica di equilibrio tra produzione e registi.  

A vedere i due primi episodi sembra che lei abbia voluto realizzare un opera provocatoria sulla Chiesa.

Non è provocatoria e lo dico perché so come finisce anche se all’inizio lo è. Le riflessioni sul mondo del clero sono dettate solo dal voler capire, anche se in modo critico.

Cosa ha voluto raccontare con The Young Pope?

Non è facile recintare in poche parole un film così lungo su un mondo così complesso, ma se dovessi fare una sintesi direi che The Young Pope è un film sulla solitudine, che è il punto cruciale della condizione umana. Fotografa una o più solitudini che abitano un territorio compresso e limitato che di per sé è già il manifesto dell’isolamento. 

Quanto è stato girato direttamente nel Vaticano?

È stato tutto ricostruito . I giardini li abbiamo “rubati” fa varie ville intorno a Roma. C’è stata solo una passeggiata in Vaticano con Jude.

Il suo “Potente” non vuole piacere a nessuno. Perché?

Il personaggio dice che i potenti non hanno mistero Svelare se stessi Svelare se stessi non significa arricchire un personaggio. Questo Papa essendo moderno propugna l’idea che alimentare il mistero possa aumentare il successo. E gioca su questa scommessa. 

Farà un film anche sul calcio?

Per me il calcio è come il cinema è bellissimo vederlo ma noiosissimo parlarne.

Lei usa spesso gli animali nelle sue opere. In The Young Pope si è visto un canguro. Cosa rappresentano gli animali? 

Non lo so. Con 40 milioni di budget a disposizione si potranno pure mettere degli animali. Al Papa arrivano molti regali strampalati e tra questi è plausibile che ci sia un canguro.

Questa é un’esperienza unica o pensa di tornare a girare serie tv?

In realtà ho iniziato a scrivere la seconda serie di The Young Pope.

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