Primo Piano sull’Autore. Monografia su Pasquale Squitieri

Pasquale Squitieri – Il piacere della liberta – Monografia del 35mo Primo Piano sull’Autore – Pag.192 – Comune di Spoleto

ROMA – Primo Piano sull’Autore ha illuminato quest’anno Pasquale Squitieri, anche pubblicando una monografia utilissima e aggiornata. I critici intervenuti al convegno hanno dato spazio alla parola del regista che ha completato il proprio identikit, distante dagli stereotipi conosciuti. Cliché di cui non si è rivelata traccia è di uomo di destra. La monografia titola “Il piacere della libertà” e trae ispirazione da Moravia che, a proposito del suo film Claretta additato come fascista, scrisse: “L’artista buono o cattivo, fascista o antifascista ha il diritto (e anche il dovere) di fare quello che più gli piace. Adopero il verbo ‘piacere’ in questo caso, nel senso letterale, secondo l’uso corrente: fare ciò che piace, almeno in arte, è garanzia di libertà”. Non si può negare, infatti, che l’arte, quando è autonoma rispetto all’ ideologia, è ciò che più avvicina al vero.

A Domenico Monetti che asseriva “La storia è immaginazione della realtà e la sua messa in scena in pratica più diretta è Claretta…”, Pasquale Squitieri aveva risposto: “No. Claretta è il più grande melodramma. Melò puro … è come Senso. Io voglio vendicarmi di questa società che, essendo il peggio del fascismo, accusa me di essere fascista (ride). Pensavo se Claretta è un film fascista, in un paese antifascista nessuno andrà a vederlo. Mi sbagliavo. Ho battuto tutti i record di incassi (ride)! Non solo: sono stato invitato alla mostra del cinema di Venezia in concorso!”. Spiega poi come Claretta fosse sorto dal suo desiderio di dare a Claudia Cardinale, che aveva lavorato con i più grandi registi del mondo, un film clamoroso.

Andrea Fioravanti scrive: “ (…) nel 1973 quando si incontrano Claudia e Pasquale sono due pianeti opposti che casualmente appartengono allo stesso universo: quello del cinema”. Fioravanti racconta che il loro primo incontro fu segnato dalla reciproca insofferenza e che Squitieri le disse che era grassa, tanto che la Cardinale perse cinque chili in un lampo. Ma, non molto dopo lei, ancora legata a Cristaldi uno dei produttori più potenti, volò in America per raggiungere Squitieri.

Durante il convegno Claudia Cardinale, non ha voluto dire molto sulla loro relazione, ma in “Pasquale Squitieri – Il piacere della libertà” mette nero su bianco: “Ho incontrato Pasquale per caso. Dovevo fare il suo film ‘I Guappi’. Non ci conoscevamo ma appena l’ho visto ho pensato che avrebbe cambiato la mia esistenza. Un colpo di fulmine? Sì. Però evidentemente, dentro di me, già da parecchio rifiutavo un certo tipo di vita e di rapporto. Ho capito da quell’incontro che era arrivato il momento di modificare tutto”.

Hanno ritratto Squitieri con gratitudine Lino Capolicchio, Enrico Lo Verso, le figlie. L’attuale moglie e attrice Ottavia Fusco Squitieri che afferma: “Tra noi non c’è mai un attimo di finzione, di noia. Il mio incontro con lui è avvenuto quasi tredici anni fa e inevitabilmente quando si lavora nello stesso ambito, la conseguenza naturale è collaborare insieme”.

L’immagine del regista viene riassunta nelle parole di Lino Jannuzzi: “Pasquale Squitieri ha carattere e, come tutti quelli che hanno carattere, ha un brutto carattere. (…) Questo carattere si specchia nei suoi film, negli argomenti che sceglie, in come li affronta, in come gira, in come muove la macchina da presa, in come dirige gli attori. I benpensanti non lo sopportano, lo hanno in antipatia, non gli piacciono i suoi film, ne parlano male e lo gratificano, lo hanno gratificato, lungo tutta la sua carriera di regista, di uno sciocco e ingiustificabile ostracismo”. 

Valerio Caprara, critico illustre che ha moderato la giornata del trentacinquesimo Primo Piano sull’Autore, conclude: “Non riusciamo a capire perché Squitieri viene considerato infetto dal piano nobile del cinema napoletano dove invece ‘tutto è permesso’ e dove la stuprata maschera di Pulcinella continua in qualche modo a parlare di personaggi e interpreti attestati sul labile confine tra bianco e nero, tra luce e ombra, tra ignoranza e divinazione”.

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