RomaFictionFest. Apre Favino nei panni di Giorgio Ambrosoli

ROMA (nostro inviato) Domenica 14 settembre durante la cerimonia di apertura del Festival viene  proiettato “Qualunque cosa succeda”, con Pierfrancesco Favino nei panni dell’avvocato ucciso nel 1979. In serata anche l’anteprima di “Fargo”, miniserie pluripremiata ispirata al film dei fratelli Coen. Sabato c’è stato l’incontro con Gale Anne Hurd, produttrice di The Walking Dead.

Dopo un sabato dedicato alle anteprime e le rassegne Kids and Teens, domenica 14 settembre il RomaFictionFestival entra nel vivo con una cerimonia d’apertura dedicata alla miglior tradizione di fiction civile del nostro Paese. Alle 20.30 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica viene proiettata in anteprima la fiction Rai Qualunque cosa succeda – Giorgio Ambrosoli, una storia vera. La miniserie in due puntate, diretta da Alberto Negrin che ha curato anche la sceneggiatura con Andrea Porporati, è tratta dalla biografia omonima scritta dal figlio, Umberto Ambrosoli. L’avvocato, qui interpretato da Pierfrancesco Favino, venne ucciso l’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività stava indagando come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana. Insieme a Favino, che sarà anche presenta in sala, la fiction è interpretata da Roberto Herlitzka nei panni di Enrico Cuccia, Anita Caprioli (la moglie Annalori), e Giovanni Esposito (Giulio Andreotti).

Non manca però anche l’appuntamento con le produzioni americane, con la miniserie Fargo, trionfatrice degli ultimi Emmy Awards come miglior miniserie televisiva, vincendo anche il premio per la miglior regia e il miglior casting per una miniserie drammatica. Ospite d’eccezione alle 22 in Sala Petrassi Allison Tolman, che interpreta la poliziotta Molly, tra i protagonisti della serie che è andata in onda negli scorsi mesi sul canale FX e ispirata all’omonimo film del 1996 dei fratelli Coen, che ne sono anche produttori esecutivi.

La prima giornata del RomaFictionFest, sabato 13, come da tradizione è stata caratterizzata dalle iniziative dedicate ai più giovani, ma anche da uno speciale appuntamento con Gale Anne Hurd, produttrice esecutiva di The Walking Dead, la serie dal successo planetario che tornerà con la quinta stagione il 13 ottobre, in contemporanea con gli Stati Uniti, su Fox.

La produttrice ha tenuto una masterclass, moderata da Marco Spagnoli, direttore del Giornale dello spettacolo, dove ha raccontato ai fan come si è avvicinata al mondo del cinema, i suoi successi degli anni ’80 e ’90 e infine su come è nato il fenomeno globale di The Walking Dead.

Assistente esecutivo di Roger Corman, produttrice di Terminator, Alien e The Abyss, Gale Anne Hurd ha spiegato di essere “attratta dal viaggio dei personaggi principali, da storie di persone normali che si trovano in circostanze straordinarie”, come succede per la saga di The Walking Dead “in cui, come nella vita, ogni giorno dobbiamo fare delle scelte, prendere strade diverse, anche su base morale”.  Ispirandosi per i suoi film a registi come Kubrick, “che mi hanno fatto capire che i film di fantascienza possono essere film di serie A”, dopo aver lavorato con James Cameron, Hurd si è avvicinata al piccolo schermo: “Grazie alla televisione siamo in grado di dedicare più tempo alla storia e ai personaggi. Con le serie tv ad esempio si lavora per tanto tempo sempre con lo stesso cast e per questo si può approfondire tutto in modo più attento”.

Infine la produttrice ha spiegato come si è avvicinata a The Walking Dead: “Sono stata una fan dei fumetti. Mi piaceva l’idea che i morti che camminano della serie sono le persone che ancora non sono degli zombie, perché tutti, anche se muoiono di una morte naturale sono destinati a trasformarsi. Dunque i personaggi sanno che se muoiono diventano zombie e chi continua a vivere sa che potrebbe essere costretto ad uccidere un suo caro. I fumetti in questo senso sono inflessibili e raccontano storie dure e violente. I conflitti tra scelte morali ed etiche sono anche i motivi del successo a livello planetario della serie tv, perché si parla di temi che sono universali e si adattano a tutti i tipi di culture e civiltà”. Interrogata da un fan, Gale Anne Hurd ha poi sottolineato quali sono i temi che stanno alla base della serie: “Parla di chi siamo come esseri umani e di come ci comportiamo quando siamo di fronte all’apocalisse. E anche di chi siamo come società, delle scelte difficili che ognuno di noi potrebbe dover compiere. Per questo i personaggi della serie sono così amati e seguiti, perché sono sempre in bilico nelle loro scelte, un continuo conflitto tra etica e morale”.

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