“La morte del padre”: Knausgård, genio della letteratura. Recensione

KRISTIANSAND – Romanzo e insieme autobiografia, “La morte del padre”, volume di oltre cinquecento pagine, del norvegese Karl Ove Knausgård, è un ipnotico racconto della sua quotidianità.

Una routine che assomiglia alla vita di molti, riprodotta fin nei dettagli più marginali – ad esempio Karl Ove fa lunghe digressioni sull’Aiax o sul Cif, usati per ripulire la casa in sfacelo dove è morto suo padre alcolizzato –  compiendo  il miracolo del grande scrittore: nulla di ciò che consideriamo insignificante, nel suo libro è tale. Knausgård trasmette, senza annoiare,  il ritmo lento e reale del tempo. Lo hanno paragonato a Marcel Proust, anche se lui nega tanta sofisticata raffinatezza. E in qualche modo è vero, gli ambienti descritti da Karl Ove sono quelli della classe media, le sue avventure quelle di un ragazzo qualunque: dalle ubriacature durante l’adolescenza, al petting con le ragazzine, mai mancate perché bello. All’innamoramento platonico e intenso verso una coetanea, che aveva occhi per un altro. Al difficile rapporto con il padre anaffettivo, l’ammirazione per il fratello maggiore, il legame tenero con la madre. Il tutto accompagnato dalla citazione di canzoni famose anni ’80 come colonna sonora. Poi l’università, le prime esperienze sulla strada della scrittura. Nel suo libro, oltre alla famiglia di origine con i nonni, sono coinvolti i compagni di scuola, la ex moglie e l’ attuale, i figli, una grande quantità di amici e conoscenti. Karl Ove Knausgård racconta la sua vita, le emozioni inconsce, permettendoci, attraverso la descrizione illuminante di suoi conflitti rimossi, il riconoscimento e la comprensione di cosa si muove dentro noi. 

“La morte del padre”  è il primo volume di una saga di sei, che Knausgard ha iniziato a scrivere all’età di 39 anni.  Tremilaseicento pagine, raccolte sotto il titolo di “Min kamp”, “La mia lotta”, che ha scandalizzato per l’omonimia hitlerana, anche se la sua battaglia è per la vita. Attraverso una sincerità spiazzante, comprensibilmente dolorosa, l’autore ha fatto inferocire il ramo paterno della famiglia, indignato per la violazione dell’intimità. Le sue due mogli ne sono state scosse. Ma  Knausgård sembra spinto da una energia che, pur cozzando con la sua sensibilità, non può essere soppressa: niente di ciò che valga costa poco.

Karl Ove Knausgård,  nato a Oslo nel 1968,  ha studiato letteratura all’Università di Bergen e vive a Malmö, in Svezia. Per il suo primo romanzo Ute av verden (1991) è stato insignito del Norwegian Critics Prize for Literature, primo caso di assegnazione del premio a un debuttante. Il secondo romanzo, En tid for alt, ha vinto molti premi ed è stato giudicato tra i migliori 25 romanzi norvegesi di tutti i tempi. Con la pubblicazione del suo capolavoro, i sei volumi intitolati La mia battaglia,  Karl Ove Knausgård diventa uno dei più grandi scrittori viventi. La morte del padre (2014), il primo volume della serie, si è aggiudicato il prestigioso Brage Award in Norvegia; il secondo volume, Un uomo innamorato (2015), è stato consacrato libro dell’anno dal “Wall Street Journal”. Feltrinelli ha pubblicato anche, nella collana digitale Zoom, L’altra faccia della faccia (2014).

Marchio: FELTRINELLI

Data d’uscita: Novembre, 2014

Collana: I Narratori

Pagine: 512

Prezzo: 20,00€

ISBN: 9788807031144

Genere: Narrativa 

Traduttore: Margherita Podestà Heir

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