Giuseppe Culicchia. “Essere Nanni Moretti”. Recensione

“Essere Nanni Moretti”, il nuovo romanzo di Giuseppe Culicchia, racconta dell’aspirante scrittore Bruno Bruni che, dopo un esordio da poeta, consigliato dal suo agente, si è dedicato alla narrativa e da tempo immemorabile si spreme le meningi per scrivere il “Grande Romanzo Italiano”, del quale in tutto ha buttato giù un paio di pagine. 

Lontano dall’agognato successo, a cinquant’anni sbarca il lunario traducendo, per dieci-dodici euro lordi a cartella, autori di fantascienza. Selvaggia, la sua ragazza, è anche lei una precaria che si guadagna il pane come pole dancer in un locale notturno. Un giorno Selvaggia perde il lavoro e insieme sarebbero quasi ridotti alla fame, se non fosse per una provvidenziale scoperta: dopo essersi fatto crescere la barba, Bruno Bruni è scambiato per strada con Nanni Moretti. L’aspirante scrittore decide allora di giocarsi l’azzardo della parte e l’esistenza della coppia ne è rivoluzionata: ai due si spalancano le porte di una “dolce vita”, che li vede ospiti in amene località di questo e quel sindaco, quindi a Parigi, alla mostra del Cinema di Venezia, in un divertente viaggio attraverso il mondo dell’industria culturale nel quale alcuni personaggi sono individuati con il loro vero nome, altri sono archetipo di personalità popolari. Caricature di un ambiente fatto d’identità posticce, dove ciò che conta è apparire. Ce la farà Bruno a spacciarsi per Moretti o il mondo intorno riconosce l’autenticità?

L’esilarante romanzo di Culicchia è un’impietosa critica del paludato circuito dell’editoria, dove i libri si pubblicano soprattutto perché abbiano una redditività, dove il loro lancio è più importante del contenuto: testi e autori devono avere algoritmi utili al mercato, fino al paradosso di costruire il caso di uno scrittore affetto da invecchiamento precoce, fenomeno da baraccone per attirare lettori che non leggono. Arguti gli incontri con i sindaci, più interessati a brillare della luce riflessa del finto Moretti, del quale ripetono i luoghi comuni, pronti a mostrargli a turno le loro pubblicazioni come esibizione di un titolo nobiliare. Eloquente il successo dell’On. Porscia Creso, che firma best-seller da due milioni di copie mescolando al fascino dell’impianto giallo-culinario, i tentacoli irresistibili del potere. “Essere Nanni Moretti” è una metafora satirica, godibilissima e profonda, sui vizi, i limiti, le ansie e i conformismi, di un mondo che fatica a essere veicolo del nuovo ed è attratto dall’omologazione. Gli sfigati trovano sicurezza adeguandosi a modelli di successo, i quali grazie al conformismo generale vivono di rendita. L’autentica creatività, insomma l’arte, ha un’identità originale che emerge e si consolida a fatica, ieri come oggi.  

Giuseppe Culicchia

Essere Nanni Moretti

Mondadori 2017

Pagine 251

Euro 17,50

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