Stefan Zweig. “Ventiquattr’ore nella vita di una donna”. Recensione

“Ventiquattr’ore nella vita di una donna” è un racconto breve di Stefan Zweig, su cui si scivola come in un valzer, trasportati dal ritmo raffinato del grande scrittore. L’indagine psicologica è profonda, ne siamo catturati per scoprire quale svolta imprima ai protagonisti, nei quali leggiamo parti di noi.

La storia si svolge in Costa Azzurra, in un albergo lussuoso, dove clienti internazionali trascorrono una vacanza di dorata routine, quando gli animi sono scombussolati dallo scandalo di madame Henriette che, moglie stimata e madre, dopo aver incontrato nell’hotel un affascinante giovanotto, improvvisamente è fuggita con lui. Il narratore, colpito dal gesto della donna, ne discute con gli altri e, in particolare, con un’anziana signora inglese la quale, spinta dalle circostanze, sente l’insopprimibile bisogno di confidare a lui un segreto: l’incontro inaspettato, al tavolo di un casinò, con un ragazzo che aveva l’età di suo figlio e il vizio del gioco. Un fatto rimosso tanti anni prima e mai rivelato a nessuno.

  • Stefan Zweig, con intuito e consapevolezza, analizza la spinta della passione, cui gli esseri umani dipendono come da una droga. Non a caso l’impulso sessuale e la bramosia della roulette sono entrambi protagonisti. Con linguaggio puntuale, elegante, musicale, l’autore fa dei personaggi un ritratto che trascina e mette a nudo l’imprevedibilità della natura umana, capace di grande amore come d’impensabile distruttività. IL racconto, calato nella rigida morale del tempo, acquista i toni della suspense. “Ventiquatt’ore nella vita di una donna” ha ispirato un film, dall’omonimo titolo, diretto nel 2002 da  Laurent Bouhnik.

Ventiquattr’ore nella vita di una donna

Stefan Zweig

Traduttore: B. Burgio Ahrens

Editore: Garzanti Libri

Collana: I grandi libri

Pagine: 85 

Euro 6.90

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