Anthony Trollope. “Lady Anna”, amore e razzismo di rango. Recensione

Anthony Trollope è uno tra gli autori più prolifici dell’epoca vittoriana. Nacque a Londra nel 1815 e vi morì nel 1882, dopo averci regalato quarantasette opere di grande talento, tra le quali riteneva “Lady Anna” la migliore che mai avesse scritto. In realtà i suoi contemporanei non apprezzarono questo romanzo perché fotografava, pur senza giudicare, l’infondatezza dei pregiudizi e del razzismo della nobiltà nei confronti delle classi lavoratrici. 

La casa editrice Sellerio ci regala questo testo, a torto poco conosciuto, che per i contemporanei è davvero interessante quale cesello minuzioso delle classi dirigenti dell’epoca.

 In 559 pagine dal ritmo sostenuto, in uno stile semplice, grazie all’indagine psicologica approfondita, i personaggi di “Lady Anna” appaiono reali pur nelle emozioni estreme. Il libro racconta di una certa Josephine Murray che non aveva sangue blu e che, agli inizi del 1800, sposò il vecchio conte Lovel per diventare una “Lady” e salire di prestigio. Il conte però la truffò, comunicandole pochi mesi dopo che l’unione non era valida perché già sposato. Nemmeno la creatura che avevano concepito avrebbe ricevuto alcun titolo perché illegittima. Abbandonata, Josephine Murray passò i decenni seguenti a lottare per dimostrare legalmente il suo diritto al rango per sé e per la loro figlia Anna. La donna non trovò né il sostegno del pubblico, né dei parenti. Solo quello di un sarto che appoggiava le sue battaglie fino a sacrificare il denaro destinato al proprio figlio. Sarebbe riuscita Josephine Murray a farsi riconoscere il titolo nobiliare e di conseguenza l’eredità? Sua figlia Anna sarebbe andata sposa a un gentiluomo o al figlio del sarto, “plebeo” del quale la ragazza si era innamorata contro la volontà della madre?

“Lady Anna” è un romanzo potente che, attraverso un intrico affascinante, ci tiene avvinti portandoci a conoscere meccanismi che oggi, in situazioni differenti, non sono scomparsi: il razzismo è la convinzione che alcuni uomini siano di una pasta diversa e, per questo, abbiano maggiore valore. L’aspirazione a raggiungere la stessa classificazione sociale può diventare un’ambizione ossessiva e folle. Anthony Trollope evidenzia come nell’epoca vittoriana operassero rigide barriere fra l’aristocrazia e la borghesia. Mette in risalto la distinzione sottile legata a stili di vita e cultura: gentiluomo è chi ha ricchezza interiore, qualità intellettuali ed etiche, o gentiluomo è chi il rango definisce? Problematica che i contemporanei dello scrittore respinsero, e che oggi in alcuni ambienti riaffiora con immutate analogie.

Anthony Trollope

Lady Anna

Traduzione dall’inglese di Rossella Cazzullo

Titolo originale: Lady Anna

Nota di Remo Ceserani

Sellerio editore

Pagine 559 Euro 15

E-book 9.99 euro

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