Il libro di Giuseppe Nocca Galeno “Le proprietà degli alimenti”. Dal testo greco alla moderna dieta mediterranea

Presentato a Roma, presso il Centro Servizi per i prodotti tipici e tradizionali della Camera di Commercio di Roma

Giuseppe Nocca, docente di Storia degli Alimenti presso il Biocampus di Latina, ha intrapreso da tempo un lavoro di indagine retrospettiva sui testi classici alla ricerca di connessioni con l’archeologia, la nutrizione e la botanica. La sua visione olistica dell’archeonutrizione gli ha consentito di ritrovare le radici profonde tra l’attuale stile alimentare e il lungo cammino di adattamento dell’uomo alle disponibilità di cibo attraverso il perfezionamento di strategie sempre più idonee ai bisogni metabolici. 

Giuseppe Noccasi si è avvicinato al mondo dell’archeologia grazie alla sua cultura classica di base che gli ha permesso di operare una sintesi interessante fra traduzione dei testi originali, descrizione degli alimenti ed efficacia sulla salute umana, rendendo fruibili i contenuti originali dell’opera senza stravolgerne il senso originario.

Il libro analizza con molta elasticità le denominazioni degli alimenti senza trascurarne la diffusione, il valore nutrizionale ed il diverso impatto sull’apparato digerente in funzione dei diversi metodi di cottura. Ne emerge  un’istantanea dello stile alimentare diffuso nell’ambiente mediterraneo nel corso del II secolo dopo Cristo e che costituisce già un primo nucleo consolidato della futura dieta mediterranea. 

Il testo contiene i tre libri originali redatti da Galeno in greco nel II secolo d.C., dal titolo “Le proprietà degli alimenti” con il testo greco e la traduzione italiana a fronte. La trattazione è corredata di un capitolo iniziale che  attualizza i contenuti nutrizionali che il celebre medico aveva enunciato, nonché 28 schede di archeologia ed archeobotanica necessarie per comprendere le denominazioni od oggetti di uso comune. 

Il testo costituisce il quarto volume di una collana di archeonutrizione che l’Arbor Sapientiae sta curando con la finalità di rendere disponibili la documentazione archeologica e letteraria attinente tutti gli aspetti della alimentazione moderna e che affondano le loro radici nella cultura classica. Dei tre libri, due sono interamente dedicati agli alimenti di origine vegetale, che lo stresso Galeno aveva suddiviso in paragrafi, il terzo libro è dedicato agli alimenti di origine animale, anch’esso suddiviso in paragrafi. 

Ogni paragrafo contiene una breve descrizione di uno o più alimenti simili. Galeno descrive oltre 122 alimenti diversi e numerose specie di pesci. La dieta mediterranea emerge non solo da una predilezione verso tutti i cereali, con particolare riferimento a quelli integrali, ma anche dalla ricchezza dei legumi (ceci, fagioli, cicerchie, lenticchie), verdure, zucche e tanta frutta, tra cui per la prima volta compaiono gli agrumi con il cedro. Si citano per la prima volta il riso ed i carciofi. Particolare rilievo viene affidato al pesce, in particolare triglie, cefali e ghiozzi e più in generale ai pesci di scoglio. 

Il testo di Galeno estrapolato dall’intero corpus è forse l’unico composto in epoca classica che descrive in modo attento lo stile alimentare del bacino del Mediterraneo, a partire dalla sua Pergamo, in Turchia. Nessun gastronomo romano si era mai cimentato in un’opera simile, malgrado i ricettari di Apicio o le pantagrueliche pietanze della cena di Trimalcione, poiché Galeno descrive lo stile alimentare del popolo romano, non dei gruppi sociali più agiati. La quantità di informazioni è impressionante: sono addirittura citati sommariamente anche i metodi di cottura, tra i quali per la prima volta si rinviene il metodo di cottura a vapore. Nulla verrà più scritto in modo così puntuale fino a tutto il Medioevo.

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