La nave di Teseo. Bernard-Henry Lévy. Il virus che rende folli

Una riflessione irriverente e acuta sulla “Prima Paura Mondiale”, in un’edizione ad hoc per i lettori italiani

La pandemia che ha travolto le nostre vite dalla fine di febbraio non ha messo a repentaglio solo la nostra salute, né solo la nostra economia. A differenza delle altre epidemie della storia, ha travolto anche la nostra testa, portandoci a una specie di follia collettiva in cui si sono perse priorità, chiarezza di sguardo e obiettivi, capacità di giudizio. 

Il prossimo 27 luglio, nel Cortile di Palazzo Reale a Milano, l’autore sarà in scena con la prima assoluta del suo spettacolo Il virus che rende folli alla Milanesiana, la rassegna culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. La serata, intitolata I colori della nostra vita, vedrà la partecipazione straordinaria di Andrea Bocelli, che dedicherà una canzone a Milano, e un intervento di Nicola Lagioia. Introdurrà l’evento il direttore della Repubblica Maurizio Molinari. Biglietti acquistabili su www.spaziocinema.info oppure presso le casse di Arianteo a Palazzo Reale, a partire da 30 minuti prima dello spettacolo.

Come amava dire, non senza ironia, il grande medico tedesco di fine Ottocento, padre dell’anatomia patologica, Rudolf Virchow, “un’epidemia è un fenomeno sociale che ha alcuni aspetti medici”, questo è il momento di fare i conti con essa e cercare di descrivere alcuni aspetti non medici di questa storia.
La pandemia che ha travolto le nostre vite dalla fine di febbraio non ha messo a repentaglio solo la nostra salute, né solo la nostra economia. A differenza delle altre epidemie della storia, ha travolto anche la nostra testa, portandoci a una specie di follia collettiva in cui si sono perse priorità, chiarezza di sguardo, obiettivi e capacità di giudizio. La “prima paura mondiale” (come è stato per la prima guerra mondiale) ha stravolto tutto, ed è ora di fare un bilancio.

Bernard-Henri Lévy – filosofo e giornalista da sempre attento ai temi etici della contemporaneità – individua in cinque punti i rischi maggiori sul piano sociale e morale del Covid-19: la sanitarizzazione della società; l’idea di una “lezione del virus”, una sorta di lettura provvidenziale e punitiva della pandemia; l’apprezzamento del ritiro nelle proprie case, un confinamento prima noioso, poi sempre più dorato, protettivo; il riposizionamento dei valori della vita (per cui portare a spasso i cani è diventato essenziale, uscire a prendere un libro no) e infine la messa in secondo piano, anzi la neutralizzazione, di tutti gli altri problemi del mondo, come se non esistesse altro che la pandemia. È ora di recuperare, dopo questa esperienza disastrosa, un’idea di mondo e di vita più complessa. È ora di tornare a vivere. Senza dimenticare quello che abbiamo passato, ma andando oltre. Guardando più in là.

BERNARD-HENRI LÉVY è filosofo, giornalista, attivista e regista. Da oltre 40 anni la sua voce si leva con forza sui temi della morale e della contemporaneità. Ha scritto più di trenta libri, da La barbarie dal volto umano (1977), con cui è diventato noto al grande pubblico, al più recente L’esprit du judaïsme (2017), un trattato sulle origini ebraiche degli ideali democratici occidentali. Ha pubblicato inoltre saggi biografici su Sartre e Baudelaire, una corrispondenza con Michel Houellebecq e molte opere di narrativa. Per La nave di Teseo è uscito nel 2019 Looking for Europe – Cercando l’Europa. Contro il montare dei populismi.

Bernard Henri Lévy

Il virus che rende folli

Ed. La nave di Teseo

pp 120 –  euro 10

In libreria dal 16 luglio

 
 

Condividi sui social

Articoli correlati