“La signorina Cormon”. Balzac mai tradotto prima. Recensione

“La signorina Cormon”, di nome Rose Marie Victoire, è un’ereditiera nubile che nei primi dell’ottocento vive ad Alençon, un paese della Normandia, molto preoccupata perché, superati i quarant’anni – per l’epoca un’età importante – non è ancora andata sposa. Balzac racconta che avesse un corpo “carnoso e abbondante, tenuto sotto controllo dalle pratiche religiose, dagli occhi vigili e pettegoli dei concittadini e dai consigli del direttore spirituale, ma percorso da fremiti, sconvolgimenti notturni e desideri d’amore”.

Attratti dalla sua ricchezza, più di un pretendente la corteggia.  Aspirano alla mano della signorina Cormon il Cavaliere di Valois, uomo di raffinatezza e candore aristocratici; il signor Du Bousquier a metà tra il borghese e il signorotto di provincia che, finito sul lastrico, briga per tentare la fortuna; infine Athanase, un giovane magro, pallido e profondo, che malgrado sia poco più che ventenne,  si sente sinceramente attratto dalla donna.  La signorina Cormon guidata dal caso, il quale é per Balzac il più grande artista, sceglierà tra costoro il meno adatto … 

Attraverso il quartetto si snoda la storia della complessità dei nostri sentimenti condizionati da certe regole sociali, del tessuto umano e storico di una provincia che muta con l’avvento della nuova borghesia, l’autore mette in bocca alla signorina Cormon: “le epoche stingono sugli uomini che le attraversano”.  L’editore Sellerio, accogliendo la prima traduzione italiana di questo capolavoro, ha fatto un regalo ai fan di Honoré De Balzac. Il traduttore, Francesco Monciatti, ha trasposto il testo nella nostra lingua con fedeltà, rigore e fluidità. In francese il titolo sarebbe “La vieille fille”, ovvero la zitella, ma è stato giustamente trasformato in   “La signorina Cormon” per non attribuire al racconto una luce stantia fuorviante. Il romanzo è vivo, comico a volte. Uno dei più importanti che Balzac abbia scritto.  Lo conferma l’opinione di un uomo che  di letteratura se ne intendeva. In una lettera a René Boylesve, dell’ottobre 1917, Marcel Proust scriveva: “Certo, ammiro l’immenso affresco delle ‘Illusioni perdute’ o di ‘Splendori e miserie (delle cortigiane)’, ma questo non mi impedisce di considerare altrettanto grandi ‘Il parroco di Tours’ o ‘La signorina Cormon’ o ‘La ragazza dagli occhi d’oro’ “. 

Scheda del libro

Honoré de Balzac

La signorina Cormon

Sellerio Editore

Pag. 389

Euro 14

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