Stephen King. “Fine Turno”, un epilogo da re

«La lotta tra bene e male, il diabolico assassino della Mercedes che porta al suicido i suoi nemici e il poliziotto in pensione Bill Hodges che nel provare a fermarlo diventa a sua volta vittima.»

“Fine turno” (End of Watch), ultimo romanzo di Stephen King che chiude la trilogia poliziesca a cui l’autore americano si è dedicato in questi ultimi quattro anni e che ha fruttato numerosi premi tra cui il prestigioso Winner Of The 2015 Edgar Award For Best Novel. Con questa opera il “Re” torna  al genere che lo ha reso il più grande scrittore vivente, ossia il paranormale, pur avendo iniziato questa serie in puro stile poliziesco con “Mr Mercedes” nel 2014 e continuato sulla stessa linea narrativa con “Chi Perde paga” (Finders Keepers) del 2015. 

In “Fine Turno” ritroviamo tutti i protagonisti, la squadra dei buoni capitanata dal detective in pensione Bill Hodges affiancato dall’eccentrica Holly Gibney e il giovane universitario Jerome e supportati dal detective Pete Huntley, ex compagno di Hodges e ancora in servizio. Mentre il cattivo è sempre lui, Brady Hartsfield. Dopo essersi scagliato al volante di una Mercedes sulla folla in attesa di entrare alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica nel primo romanzo, dopo aver cercato di far saltare in aria uno stadio pieno di ragazzini per il concerto di una boy band nel secondo, ritorna anche in questa terza puntata. Pur essendo confinato all’interno di una camera d’ospedale in stato semivegetativo, a seguito degli eventi del precedente romanzo, Brady sfida di nuovo il mondo architettando un piano per far suicidare centinaia di ragazzi. Chiunque si chiederebbe come sia possibile. È qui che entra in scena il genio di Stephen King capace di legare due generi apparentemente estranei come il paranormale e il poliziesco. 

Brady Hartsfield, grazie alla somministrazione da parte del primario di neurologia dell’ospedale di farmaci sperimentali mai testati prima sull’uomo, non solo ha un parziale recupero fisico ma acquisisce anche facoltà paranormali, in particolare la capacità di penetrare nella mente altrui. Il piano di Brady prende forma lentamente, anche lui sorpreso di queste facoltà si chiede cosa farci. La risposta arriverà attraverso un gioco elettronico messo a sua disposizione che sembra avere un effetto ipnotico. Chiara è la critica di Stephen King nei confronti dell’abuso di questi giochi e della loro potenziale pericolosità legata alla dipendenza da parte dei più giovani. Altro aspetto critico presente nel romanzo riguarda il rapporto tra la società e gli adolescenti, in particolare il modo in cui quest’ultimi vengano colpevolizzati nel non aderire a precisi modelli. King parla di obesità adolescenziale, di omosessualità, di status sociali, di doveri imposti. Piccoli collassi di una società che potrebbe implodere su se stessa.

La tensione resta alta fino all’ultima pagina, come anche il ritmo, mai un calo in 496 pagine. Il titolo, “Fine turno”, non solo fa riferimento al finale della partita tra bene e male giocata tra Bill Hodges e Brady Hartshield ma anche allo stato di salute del detective in pensione affetto da un male che si rifiuta di accettare immolandosi in questa battaglia senza prendersi cura di sé. Una trilogia epica, resa tale dai suoi personaggi e da un cattivo degno di essere tra i cattivi celebri di Stephen King da Pennywise a Jack Torrance, da Annie Wilkes a  Leland Gaunt. Tuttavia Brady si distingue per essere apparentemente un bravo ragazzo con un sorriso sincero e perché sappiamo tutto di lui, la sua nascita, l’adolescenza, il rapporto con la madre e i suoi luoghi oscuri che emergono lentamente fino a renderlo uno spietato assassino. Un killer proiettato nell’informatica (un piccolo genio universitario) contrapposto a un detective settantenne, pragmatico, vecchio stampo, incapace persino di usare un cellulare che però avverte che qualcosa non va come dovrebbe. L‘affascinante dicotomia tra istinto e intelletto.  Una menzione a parte merita il capitolo finale immerso in una tempesta di neve in una isolata riserva naturale con ovvi rimandi a Shining ma anche allo splendido racconto “Il bicchiere della staffa” presente nella raccolta “A volte ritornano”. Un King che può anche prendersi il lusso di citarsi, con la sua abituale ironia, sapendo che molti suoi romanzi sono ormai classici della letteratura dai quali attingere spunti per ulteriori sviluppi. 

È in preparazione una miniserie televisiva affidata alla regia di Jack Bender, filmaker che si è precedentemente occupato di opere quali “Lost” o “Under the Dome” la cui uscita è prevista nel 2018. La serie vedrà il carismatico Brendan Gleeson (Harry Potter n.d.t.) nei panni del Detective Kermit “Bill” Hodges. Il romanzo è dedicato a Thomas Harris. 

Lo scrittore

Stephen King vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di quarant’anni le sue storie sono bestseller che hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont. Oltre ai film tratti dai suoi romanzi, vere pietre miliari come Shining, Stand by me – Ricordo di un’estate, Le ali della libertà, Il miglio verde – per citarne solo alcuni – sono seguitissime anche le sue serie TV, ultima in ordine di apparizione quella tratta da 22/11/’63. Recentemente King si è dedicato ai social media e in breve tempo ha conquistato oltre un milione di follower su Facebook e soprattutto su Twitter. Per i suoi meriti artistici, il presidente Barack Obama gli ha conferito la National Medal of Arts. (la più alta onorificenza ad un singolo artista conferita in nome del popolo americano) con questa motivazione: “King è uno degli scrittori più popolari e prolifici dei nostri tempi poiché riesce a combinare la narrazione con la sua acuta analisi della natura umana.”

Fine 
Titolo Originale: 
End of Watch

Anno: 2016

Casa Editrice USA: Scribner

Casa Editrice Ita: Sperling & Kupfer

Traduzione: Giovanni Arduino

Pagine: 496

Prezzo di copertina: 19,90€

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