Parlano Enrico Montesano, Renato Zero, Pippo Baudo, Iaia Fiastri e molti altri
ROMA – Ad un grande artista come lui, le definizioni sono sempre andate strette. Soprattutto perché le etichette, oltre a soffocarlo, non lo hanno mai descritto fedelmente. Non lo rappresenta adeguatamente la descrizione di musicista, né quella di conoscitore dei grandi compositori classici. Né, tantomeno, la presentazione come jazzista. Perché Armando Trovajoli è tutto questo insieme e, allo stesso tempo, tanto altro. Lo ha chiarito subito Alfredo Gasponi – il musicologo che con il maestro ha scritto a quattro mani la sua biografia, “Trovajoli racconta” -: Trovajoli è un uomo, più che un semplice artista. Un uomo brusco, ruvido, a tratti scorbutico. Gli aggettivi per descriversi il maestro li ha affidati alla pagina finale del suo libro. Quella che aveva scritto lui stesso prima di spegnersi, il 1° marzo 2013, e in cui, assieme al ringraziamento per la fedele moglie Maria Paola – “Penelope” – aveva tratteggiato anche il ritratto di sé. Un ritratto mai fedele come quello offerto, però, dal pentagramma. La musica di un artista nato a Roma, jazzista dei primi tempi, che a trent’anni si diploma in pianoforte al conservatorio di Santa Cecilia e, poco tempo dopo il prestigioso riconoscimento, decide di abbandonare la carriera da pianista e le esibizioni in pubblico.
Il motivo? L’inconciliabile distanza tra il mondo accademico, la musica dei grandi compositori, le opere dei classici e la libertà, gli svolazzi, i saliscendi del jazz e della sua improvvisazione. Sono questi i due universi che la musica di Trovajoli unisce: da un lato, quel mondo classico che il maestro – sottolinea Gasponi – sentiva comunque l’esigenza di conoscere e con cui voleva confrontarsi. Dall’altro, il mondo della musica nera. Trovajoli l’aveva incontrata da giovane e l’aveva rincorsa, recuperando sottobanco spartiti e partiture, ammaliato da un fascino potente e sensibile.
Pianeti spesso in collisione tra loro. Due reagenti che nel mondo formale, impostato e snob della musica accademica, non avevano trovato il loro equilibrio né la giusta accoglienza. A farli integrare perfettamente era stato solo il maestro-chimico Trovajoli, che quegli elementi li aveva miscelati a modo suo, creando quel mix unico tra Bach e Duke Ellington che è la sua musica. In un misto di originalità, fantasia, sorpresa, innovazione, studio e ricerca. Per lui che, alla sperimentazione, aveva dedicato la sua vita di brillante compositore mai contento di sé, dei suoi lavori, dei suoi traguardi, della sua musica. Gasponi parla di continua autocritica e di una tensione fortissima alla perfezione, lui che – racconta lo studioso – per i primi tre accordi del Don Giovanni di Mozart avrebbe dato qualsiasi cosa.
E lui che, per la musica leggera italiana, il cinema e il teatro di commedia musicale, ha dato tantissimo: più di duecento colonne sonore cinematografiche, molte canzoni e le note dei maggiori musical della storia teatrale italiana. Da “Rugantino” a “Bravo!”, da “Ciao Rudy” fino ad “Aggiungi un posto a tavola”, quel musical che, quaranta anni fa, il maestro non voleva musicare perché troppo buonista, troppo “parrocchiale”. “Sono sicura che in questi anni il maestro abbia cambiato idea e sia contento di aver scritto “Aggiungi” – ha commentato Iaia Fiastri, co-autrice del musical.
E poi c’è il cinema, con le grandi colonne sonore pensate per capolavori del calibro di Una giornata particolare di Ettore Scola o de La ciociara di Vittorio De Sica, passando per Casanova ’70 di Mario Monicelli e In nome del Papa Re di Luigi Magni. Un pentagramma di musica, emozioni e parole e un ventaglio ricchissimo di collaborazioni: attori, registi, musicisti e soprattutto cantanti, fortunati interpreti di pezzi emozionanti. Come la meravigliosa “Il principe dell’eccentricità”, nata per caso, strimpellata senza volerlo e “regalata” all’amico Renato Zero, che Trovajoli l’ha incontrato agli esordi della carriera, a 16 anni, e da allora l’ha sempre seguito, maestro di correttezza, semplicità e consapevolezza.
E, al ricordo di Zero, si uniscono la testimonianza carica d’affetto del paroliere Giorgio Calabrese, gli aneddoti del Rugantino per eccellenza Enrico Montesano e le parole d’amore della vedova Maria Paola. Lei, metà di una vita meravigliosa passata tra musica e silenzio, passione e improvvisazione.
Una vita da Armando Trovajoli, condotta per mano dalle sette sorelle-figlie, le note musicali.
Armando Trovajoli: il maestro “scorbutico” tra Mozart e Duck Ellington – Videointerviste
Titolo |
Trovajoli racconta |
Autore |
Gasponi Alfredo |
Prezzo |
25 euro |
Dati |
2014, 226 p., ill., brossura |
Editore |
Rugginenti |