49° Premio H.C. Andersen-Baia delle favole. I vincitori

Vincono il Premio H.C. Andersen Baia delle Favole per la sezione adultiMaria Adelaide Faccenda, di Vinci, provincia di Firenzee, per le fiabe in lingua straniera, Maria Grazia Bajoni che, originaria di Monza (MB), vive a Parigi (Francia)

SESTRI LEVANTE – E’ Maria Adelaide Faccenda di Vinci, provincia di Firenze, la vincitrice del 49° Premio H.C. Andersen Baia delle Favole 2016 per la sezione adulti. L’autrice toscana si è aggiudicata il riconoscimento più importante del prestigioso premio per favole inedite (fondato 49 anni dal professor David Bixio) con la composizione Oceano, un racconto fantastico che prende avvio con semplicità e freschezza, inoltrandosi però ben presto nel cuore di un problema di grande attualità, come quello dei migranti, cui la 19° edizione di Andersen Festival è particolarmente sensibile. Oceano affronta il tema con originalità, presentando la vicenda dal singolare punto di vista di una barca, dotata di sentimenti e umanità.

La premiazione si è tenuta questa mattina, sabato 11 giugno 2016, a partire dalle ore 10, nella Piazza del Comune di Sestri Levante. Condotta dall’attrice Elisabetta Granara, che ha intervallato la presentazione con la lettura di estratti delle favole vincitrici, ha visto la proclamazione dei premi assegnati dalla giuria, che è stata presieduta dal creatore del PremioDavid Bixio, rappresentato durante la Cerimonia dalla giovanissima nipote Adelia Gandolfo. I premi sono stati consegnati dal Sindaco Valentina Ghio, dall’assessore Regionale alla Cultura Ilaria Cavo, dal direttore Artistico del Festival Andersen Leonardo Pischedda e dal consigliere delegato alla Cultura Elisa Bixio. Ha partecipato il Console Danese di GenovaValdemar Boesgaard.

Durante la premiazione l’assessore Ilaria Cavo ha sottolineato come il sostegno della Regione ad Andersen Festival sia basato su un solido riconoscimento del valore culturale di Festival e Premio. Qualità che si riscontrano anche nell’alto pregio delle favole, che trattano temi di attualità, che raccontano di valori, e dell’accettazione e del superamento dei limiti. L’assessore è rimasta particolarmente colpita dalla fiaba Petali, colori, meraviglie di carta, (della scuola Primaria da Passano di Genova), in cui il tema di partenza è la mostra degli Impressionisti, esposta a Palazzo Ducale, a dimostrazione di come la cultura sia un intreccio, di come “la Cultura, quando viene messa in circolo, circola.” E suggello dello stretto legame fra la Regione e Andersen Festival è anche la presenza di Neri Mercoré, ospite del Salone Orientamenti #costruiamociilfuturo lo scorso anno sul tema del talento e nella sua presenza sabato 11 giugno, per nella Baia del Silenzio, sul tema delle Passioni. Valentina Ghio, sindaco di Sestri Levante, ha ricordato come il Premio si confermi una delle rassegne di maggior rilievo nel panorama nazionale, dato confermato anche dalla partecipazione al Premio da ogni parte d’Italia e di come il Festival, con i suoi 100 eventi in 5 giorni, si configuri come una delle manifestazioni più ricche.

E’ caratteristica e vanto del Premio il fatto di avere sezioni e riconoscimenti per differenti fasce d’età: a partire dalla sezione scuola materna, la cui fiaba vincitrice si intitola Lupo Gino e la combriccola di Boscofitto della scuola dell’Infanzia Conti Colleoni di Marne – Filago (BG), mentre la vincitrice della sezione bambini è Nella terra dei Drillococchi della Scuola Primaria “Rosalba Carriera”, Roma. Segnalate anche – rispettivamente – la fiaba La piccola tromba, della Scuola infanzia Arcobaleno di Carpi (Mo) e Petali, colori, meraviglie di cartadella Scuola Primaria “Gerolamo da Passano”, Genova.

La prima classificata della sezione ragazzi è II lupo, di Sara Pellacini, Sant’Ilario d’Enza, ed è stata segnalata la fiaba La vita nella foresta di Lidia Ceresa, Castel San Pietro (Svizzera). Per le composizioni scritte da adulti, oltre alla vincitrice del Premio, è stata segnalata la fiaba Orecchiedoro di Lisa Romanò, da Busto Arsizio (Va), variazione estremamente originale delle favole del repertorio classico, sul tema della verità, mentre il premio per la fiaba in lingua straniera è stata assegnata all’esuberante Hercule veut skier – Hercule vuole sciare, di Maria Grazia Bajoni, Monza (MB) – Parigi (Francia). Il Trofeo Baia delle Favole è Una serpe che voleva i tacchi della Scuola dell’Infanzia Conti Colleoni di Marne – Filago. Una menzione speciale è stata consegnata a Michele Cargiolli, affetto da una malattia rara, che gli impedisce l’uso delle mani e limita molto la parola, ma non gli ha tolto la fantasia e la voglia di comunicare, tanto da partecipare al Premio; in un momento particolarmente toccante il sindaco, Valentina Ghio, gli ha consegnato una targa speciale.

Tutti gli scritti si fanno apprezzare per la perizia, la capacità immaginifica e la forza visiva. In molti dei componimenti un ribaltamento del punto di vista consueto permette di percepire la realtà da angolazioni sconosciute, arricchendola. Un altro punto che le accomuna è l’ambientazione nel mondo della natura: particolare fascino esercitano il mare e il fiume, il bosco, gli animali selvatici.

Oltre al Primo Premio (dell’importo di € 3.000, mentre € 1.000 vanno ad altri vincitori) sono stati consegnati un diploma, il volume delle favole del 2016, e la Sirefiaba, creata dallo scultore Alfredo Gioventù.

Giunto alla sua 49° edizione, il Premio Letterario H.C. Andersen prosegue con successo il suo cammino, forte della partecipazione di oltre 1000 favole, provenienti da tutta Italia e da varie parti del mondo. Anche quest’anno, inoltre, al Premio Andersen è stato possibile partecipare attraverso il web, incoraggiando grande partecipazione e assumendo sempre più’ il profilo di concorso internazionale, stimolando in scrittori e lettori il confronto su temi universali e promuovendo messaggi di pace, oltre che il piacere della lettura.

Ma la 19° edizione di Andersen Festival non smette di stupire: dopo la Cerimonia di Premiazione del 49° Premio H. C. Andersen per fiabe inedite prosegue, con il suo fitto calendario. Questa sera, sabato 11 giugno, lo spettacolo del testimonial del Festival, Neri Marcorè e ancora domani, domenica 12 giugno, la giornata incentrata sulla sezioneRealtà del mondo con il focus sulla Tunisia e l’intervento di Gad Lerner e del direttore del Bardo Moncef Ben Moussa. Realtà del mondo è dedicata quest’anno ad Antonio Zambardino, giovane e talentuoso visual journalist, recentemente scomparso, che nel corso degli ultimi anni ha fotografato la realtà dei paesi di cui il Festival, e questa sezione in particolare, racconta.

Nella giornata di chiusura, domenica 12 giugno, Cecilia Strada, intervistata da Roberto Pettinaroli, con il suo intervento, Passioni Civili, ci porta, dall’esperienza di Emergency, una riflessione sulla realtà dei conflitti moderni: il mondo dei feriti, degli ammalati nelle zone di guerra. E di un paese lontano, oggetto di attacchi ma anche simbolo di possibili esiti positivi, parleranno, alle 19, Moncef Ben Moussa, direttore del Museo del Bardo, in dialogo con Gad Lerner. La sezione Realtà del mondo della 19° edizione dell’Andersen Festival vede infatti al centro la Tunisia, il paese che con la sua passione ha dato il via alla primavera araba, e si è dotato della Costituzione più avanzata del mondo islamico, meritando, con il suoQuartetto del dialogo, il Nobel per la Pace 2015. Il Bardo ospita la più ricca collezione di mosaici romani del mondo e, con i suoi tesori, è testimonianza di quanto sia profondo il legame tra popoli e culture nella civiltà del Mediterraneo. L’incontro è un’occasione unica per riflettere sulla nostra storia e sul futuro a più di un anno dall’attentato del 18 marzo al museo tunisino, perché “E’ impossibile immaginare un futuro armonioso di benessere e di pace in Europa, senza una transizione democratica che favorisca la crescita di tutte le popolazioni della sponda sud del Mediterraneo” (Gad Lerner). Alle 20.30, un tuffo nella Tunisia dei suoni con uno dei tre maestri gnawa tunisini: Belhassen Mihoub. Accompagnato daiRebis, (la cantante, arabista e francesista Alessandra Ravizza e il chitarrista Andrea Megliola) il maestro Mihoub ci trasporterà nel suono spirituale dell’Islam, da quello più canonico del “richiamo alla preghiera” a quello mistico degli gnawa di derivazione più africana.

Il focus sulla Tunisia e sui temi della democrazia e della pace sarà inoltre affrontato dalle 17 a tarda notte al Convento dell’Annunziata in una non stop a cui parteciperanno oltre agli esponenti delle diverse confessioni religiose (Don Valentino Porcile della diocesi di Genova, Padre Marian Selvini della Chiesa Ortodossa genovese, Don Mario Cagna della diocesi di Chiavari, l’Imam Ahmed Abdou della comunità islamica del Tigullio) alle 17.30 le Donne del Tè del Mondo, alle 19 il Coro 4 Canti diretto dal maestro Gianni Martini, alle 19.30 le giornaliste Donatella Alfonso ed Erica Manna (autrici del libro Al di qua del mare migranti e accoglienza in Liguria – De Ferrari editore) e, a partire dalle 21.30, l’Orchestra Bailamcon il progetto Taverne Cafè Aman e Tekés. E ancora Medici Senza Frontiere e il giornalista Pablo Calzeroni per il progetto Moschee Aperte. L’intera sezione Realtà del mondo è dedicata alla memoria del visual journalist Antonio Zambardino (www.antoniozambardino.com), recentemente scomparso, che nel corso degli ultimi anni ha fotografato la realtà dei paesi di cui il Festival, e questa sezione in particolare, racconta. Ne sono esempio le immagini della primavera araba in Egitto così come quelle delle isole Tonga per raccontare i cambiamenti climatici ma anche quelle più familiari e vicine come le foto dei paesaggi italiani nel progetto I luoghi del Cuore. La direzione del Festival ha scelto di ricordarlo in un contesto che aveva scelto di esplorare da vicino, in un luogo che ben conosceva e amava.

Conclusione della serata alla Baia all’insegna dell’umorismo e della comicità più coinvolgente con I Pirati dei Caruggi#desbelinity, che si propongono, per il divertimento degli spettatori, di “aggravare la difficile attuale situazione” portando in scena nuove idee comiche in linea con la filosofia della scuola genovese: “lavorare meno, lavorare gli altri”. Un arrembaggio irresistibile: a sciabola sguainata, quattro valenti capitani si alternano sul palcoscenico, dando vita a uno spettacolo (rutilante, guascone, piratesco) di gag, monologhi, canzoni e personaggi. Di e con Enrique Balbontin, Alessandro Bianchi, Fabrizio Casalino, Andrea Ceccon.

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