“Fetus”, sono Battiato

Nel 1972 esce il primo sorprendente album del musicista catanese

“Non mi interessa sentirmi intelligente guardando in tv dei cretini, 

preferirei sentirmi un cretino di fronte a persone eccellenti”

(Franco Battiato)

“Ho avuto molte donne in vita mia, 

e in ogni camera ho lasciato qualche mia energia, 

quanti figli dell’amore ho sprecato io

Se un figlio si accorgesse che per caso 

è nato fra migliaia di occasioni 

capirebbe tutti i sogni che la vita dà, 

con gioia ne vivrebbe tutte quante le illusioni”

(Energia)

L’avanguardia italiana

Nel corso della sua lunga carriera ha esplorato molti territori e linguaggi artistici: musicista, compositore, arrangiatore, produttore, regista cinematografico e pittore. Franco Battiato (classe 1945), è uno dei più importanti e significativi protagonisti della musica italiana degli ultimi cinquant’anni. In tutti i campi in cui si è cimentato, sempre con un approccio estremamente personale e autodidatta, ha dimostrato una profonda sensibilità artistica e umanistica che non ha precedenti nel nostro Paese. Oltre alla musica, anche i testi riflettono i suoi molteplici interessi, tra i quali l’esoterismo, la teoretica filosofica, la mistica sufi (è la forma di ricerca mistica tipica della cultura islamica, ndr) e la meditazione orientale.

Nella seconda metà degli anni ’60 si trasferisce a Milano per intraprendere la carriera di compositore per i cantanti di musica leggera. Nel capoluogo lombardo stringe amicizia con Giorgio Gaber, Caterina Caselli e Francesco Guccini. Per il musicista siciliano non è facile entrare nell’ambiente musicale di Milano. Nel 1967 appare per la prima volta in televisione nel programma “Diamoci del tu”. L’anno seguente firma un contratto per la casa discografica Philips. Nel 1969 partecipa a “Un disco per l’estate” con il brano “Bella ragazza” che verrà poi escluso dalla competizione. Nel 1971 arriva finalmente il primo successo commerciale con il 45 giri “E’ l’amore” che vende oltre centomila copie. A questo punto avviene la prima di una serie di radicali svolte della sua vita artistica. Battiato abbandona completamente la forma canzone per dedicarsi alla sperimentazione elettronica e all’avanguardia.

“Fetus”, elettronica mediterranea

Il primo passo della trasformazione musicale è il passaggio alla neonata casa discografica ‘alternativa’ Bla-bla fondata nel 1970 dal produttore Pino Massara. Per la registrazione del suo primo album, Battiato si circonda di una serie di musicisti molto ricettivi con le sue idee. Il percussionista Gianfranco D’Adda ad esempio suona per la prima volta in Italia la batteria elettronica; i chitarristi Gianni Mocchetti e Riccardo Rolli, il violinista Sergio Almanago, i tastieristi Pino Massara e Alberto Mompellio. Franco Battiato suona il piano preparato, il piano elettrico e per la prima volta in Italia il sintetizzatore analogico Ems Vcs3. Sono proprio i suoni elettronici che colpisco per la straordinaria portata innovativa di un album pubblicato all’inizio del 1972. Ecco come il critico musicale Domenico Ruoppolo ricorda il suo primo album: “Battiato dà vita fra il 1971 e il 1972 al suo primo 33 giri, il rivoluzionario Fetus, pubblicato tra l’altro per una piccola casa discografica alternativa. Atmosfere elettro-acustiche, uso talvolta violento e sconsiderato del synth Vcs3 e piccoli movimenti d’avanguardia caratterizzano questo oscuro album; dovette di certo trattarsi d’un vero e proprio shock per la vergognosamente arretrata scena leggera nazionale”.

L’intenzione di Franco Battiato era sicuramente quella di stupire i giovani dell’epoca (anche la copertina del disco risulterà sconvolgente per molti) affascinati dal rock progressivo britannico (King Crimson, Yes, Genesis, Pink Floyd) con una personale formula estetico-formale totalmente differente e di grande rottura per il panorama italiano. Il musicista catanese si concentra anche sui testi ricchi di riferimenti scientifici, matematici e filosofici. Alcune volte, durante i suoi primi concerti sperimentali, Battiato dava vita a vere e proprie provocazioni come ricorda il giornalista Riccardo Bertoncelli: “È sempre stato inclassificabile, nei primi anni Settanta entrava in scena, accendeva uno stereo e una radio con musica assurda e se ne andava. Il pubblico lo rincorreva inferocito”.

“Fetus”  è una sorta di viaggio interiore di natura psichedelica con balzi dal microscopico della cellula all’infinito dello spazio, e trae la sua ispirazione dall’opera letteraria “Il Mondo Nuovo” di Aldous Huxley. Quando l’album fu pubblicato nel 1972 le reazioni della critica e del pubblico furono contrastanti. Chi ammirava i dischi dei Tangerine Dream e dei primi Pink Floyd, lodò l’opera del giovane compositori siciliano per il grande coraggio e per la sperimentazione sonora. Molti invece lo criticarono aspramente. A distanza di 42 anni, “Fetus”, rimane come uno dei dischi più innovatici e creativi della musica italiana scritto da un protagonista assoluto come Franco Battiato.

Testo del brano “Una cellula”:

“Cambieranno le mie cellule

E il mio corpo nuova vita avrà

Le molecole che ho guaste

Colpa dell’ereditarietà

Sarò una cellula

Fra motori

Come una cellula

Vivrò

Viaggeremo più veloci della luce

Intorno al sole

Come macchine del tempo

Contro il tempo che non vuole

Sarò una cellula

Fra motori

Come una cellula

Vivrò”

 

Testo del brano “Meccanica

“Meccanici i miei occhi

di plastica il mio cuore

meccanico il cervello

sintetico il sapore

meccaniche le dita

di polvere lunare

in un laboratorio

il gene dell’amore”

 

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