Musica: è morto Chris Squire, il bassista degli Yes

Il fondatore dello storico gruppo inglese era da tempo malato di una rara forma di leucemia

MILANO – Lutto nel mondo della musica rock: si è spento Chris Squire, bassista, compositore e membro fondatore degli Yes, uno dei gruppi rock inglesi più importanti e significativi degli ultimi 45 anni. Il musicista, classe 1948, era da tempo malato di una rara forma di leucemia. La notizia è stata data dalla stessa band, profondamente scossa dalla perdita di quello che era definito come “il fulcro” del gruppo. 

Chris Squire è morto in Arizona, dove viveva da diversi anni con la moglie Scotty. Il bassista era il detentore del celebre marchio “Yes” in quanto oltre che fondatore nel 1968 con  il cantante Jon Anderson, era l’unico membro presente in tutti gli album degli Yes.

Chris Squire era considerato dalla critica specializzata come uno dei più importanti bassisti della musica rock insieme a John Entwistle degli Who. Nel corso della sua lunga carriera ha sempre utilizzato i celeberrimi Rickenbaker, suonati anche da Paul McCartney. Nel 1975 pubblicò “Fish out of water”, il suo primo album solista. Il suo ultimo progetto musicale, fuori dalla sua amatissima band, è stato il sodalizio con Steve Hackett nel 2012 da cui è nato l’album “A life within a day”. Con il cantante Billy Sherwood, che in alcuni album aveva sostituito Jon Anderson negli Yes, aveva inciso due dischi a nome “Cospiracy” nel 2000 e nel 2003.

Con gli Yes le sue performance migliori sono senza dubbio presenti negli album storici della rock band inglese: “Fragile” (1971), “Close to the edge”(1972), “Yessongs”(1973), “Tales from topographic oceans” (1973), “Relayer” (1974) e “Going for the one” del 1977. In questi capolavori del rock progressivo il suo apporto compositivo e strumentale è stato decisivo per la creazione del sound del gruppo, per la complessa sezione ritmica con i batteristi Bill Buford e Alan White e per parti solistiche.

A livello compositivo Chris Squire è stato determinante nei brani “I’ve seen all good people”, “Perpetual change”, “South side of the sky”, “The fish” (che era suo soprannome), “Heart of the sunrise”, “Paralles”, “Onward”, “Cinema” e “It can happen”.

Una vita negli Yes

Nato a Londra il 4 marzo del 1948, Chris Squire iniziò il suo approccio con la musica cantando nel coro della chiesa di Kingsbury, un sobborgo a nord ovest della capitale britannica. A scuola, a causa dei suoi lunghi capelli fu espulso nel 1964. Qualche anno dopo conobbe Jon Anderson ed insieme decisero di fondare gli Yes nel 1968 con il chitarrista Peter Banks, l’organista Tony kaye e il talentuoso batterista Bill Buford. Dopo i primi due acerbi album, il grande successo internazionale arriva con “The Yes album” pubblicato nel febbraio del 1971 e subito schizzato ai vertici delle classifiche di tutto il mondo. Si apre il periodo migliore e più creativo degli Yes grazie anche all’inserimento prima del chitarrista Steve Howe e poi del tastierista Rick Wakeman. Con i successivi album “Fragile” e “Close to the edge”, gli Yes contribuiscono in maniera decisiva all’affermazione del progressive rock, ovvero la fusione tra l’approccio del rock e le armonie della musica classica. Il mastodontico triplo live “Yessongs” e l’ambizioso doppio album in studio “Tales from topographic oceans” fecero degli Yes una della band più amate e popolari della prima metà degli anni ’70. Chris Squire nei referendum delle riviste “Guitar Player”, “Melody Maker” e “Ciao 2001”, era spesso collocato al primo posto come migliore bassista rock. Nei primissimi posti erano presenti anche il chitarrista Steve Howe, il tastierista Rick Wakeman e il batterista Bill Buford.

Dopo “Relayer” (1974) e il relativo lungo tour mondiale che li vide suonare per gran parte del 1975, tutti i membri degli Yes su suggerimento del cantante Jon Anderson si dedicarono ai rispettivi album solisti.

Chris Squire pubblicò nel novembre del 1975, “Fish out of water”,  il suo album solo in cui suonarono il tastierista Patrick Moraz, il batterista Bill Buford e il sassofonista Mel Collins. Il disco ebbe anche un discreto successo di vendite, arrivando al 25° posto della chart britannica e al 69° posto in quella statunitense.

I grandi cambiamenti musicali prima con il punk (1976) e poi con la new wave (1978-79), furono l’origine della crisi creativa di molti gruppi di progressive come i King Crimson, E, L & P, Jethro Tull e Gentle Giant. Anche gli Yes soffrirono questi drastici cambiamenti dei gusti giovanili. Dopo il mediocre album “Tormato” del 1978 Anderson e Wakeman lasciarono la band che sembrò sull’orlo dello scioglimento. Con l’arrivo di Trevon Horn e Geoff Downes (Buggles) gli Yes registrarono un altro album non all’altezza dei tempi d’oro e poi di sciolsero. Chris Squire e Alan White si unirono a Jimmy Page nel 1981 ma il progetto “XYZ” non andò altre ad alcune prove in studio. 

Gli Yes tornarono inaspettatamente al grande successo nel 1984 con “90125”, un album di ottime canzoni che scalarono le classifiche di tutto il mondo. Negli ultimi venti anni il gruppo è andato avanti con continui cambiamenti di formazione cercando di riproporre i fasti del progressive rock. Nonostante la presenza di ottimi musicisti come Steve Howe, Rick Wakeman, Tony Levin, Igor Khoroshev e Oliver Wakeman, gli album prodotti non sono mai stati amati sia dai nostalgici degli anni ’70 che dai giovani degli anni 2000.

La morte di Chris Squire è comunque un duro colpo per il mondo della musica rock, un bassista che ha segnato l’evoluzione di questo strumento nell’ambito del rock’n’roll.

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