Musica. “Latitudine soul”: la nuova sfida di Radio1 Rai contro l’omologazione

ROMA – Impressionante sapere che nella classifica della musica più amata dagli italiani risulta all’ultimo posto il Soul… Eppure è quanto emerso obiettivamente da una indagine sugli utenti radiofonici che ha stimolato inaspettatamente il direttore di Rai Radio 1 Flavio Mucciante a progettare e ad inserire, all’interno di una fascia d’orario assolutamente “casalinga”, un programma che – per qualità e determinazione – è destinato a diventare un cult del canale…

Mucciante non è nuovo a questa tipologia di sfide, da quando ha rivoluzionato qualche anno fa la musica di Radio 2 e, da due anni a questa parte, continua a progettare nuove imprese di palinsesto sulla mamma radio nazionale. “Latitudine soul” è il titolo di questa nuova impresa, in onda dal lunedì al venerdì alle 10 del mattino (domenica alle ore 8,30), scritta da Luca Sapio e condotta da Luca Ward. Sono storie inedite, ricche di aneddoti che hanno condito l’esperienza biografica e musicale di musicisti diventati un mito nel loro genere, da Robert Johnson a James Brown, passando per Sam Cooke, Marvin Gaye, Otis Redding e molti altri… Un format davvero originale che vede la voce del doppiatore di star internazionali quali Antonio Banderas, Pierce Brosnan, Russel Crowe, Samuel Jackson e Hugh Grant, cimentarsi con racconti umani ed artistici sui più acclamati  Soulmen, in un contesto in cui la narrazione è inframezzata con brani eseguiti  dal vivo dallo stesso Sapio ed una band che riproduce, in chiave originale e affine nelle complicate sonorità del genere, il repertorio degli anni d’oro. Sapio, giovanissimo cantante e musicista raffinato che ha all’attivo ben due album discografici e che esordì nella Radio 2 di Mucciante con un analogo programma, “Latitudine black”, ha colto il segno di far rivivere un’epoca indimenticata della musica afroamericana attraverso storie realmente vissute dai suoi stessi protagonisti e poco, o a volte mai conosciute, dai milioni di ascoltatori aficionados.

Una provocazione, quella di Radio 1, come ce ne dovrebbero essere tante, proprio in un’epoca dove la democratizzazione di Internet e delle radio private porta ad un’omologazione di repertorio con conseguente privazione di personalità auditiva. Oltre al cast di assoluto rilievo é confermato qualitativamente un sound di eccellenza (cura e regia di Andrea Cacciagrano): due validi ingredienti per un programma che si prefigge di fare diventare un’attitudine quello che apparentemente è un semplice ascolto. Un approccio vintage ma alquanto originale che ci auguriamo rappresenti la prima di una serie di rivoluzioni nei palinsesti radiofonici musicali.

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