Buenos Aires, una giornata speciale nel cuore dell’Argentina

BUENOS AIRES (nostro corrispondente) – La domenica, a Buenos Aires, è un giorno speciale. Il risveglio è molto lento; la notte del sabato sera è lunga. Non si è cenato prima delle 22.30. 

La città è silenziosa e assonnata. Verso l’ora di pranzo, le strade sono invase dal profumo delle carni da poco messe sulla parrilla con i carboni appena accesi. Odori che risvegliano i sensi e trascinano il visitatore verso il quartiere di San Telmo. La domenica è un must. L’antico “barrio”, sviluppatosi nei secoli XVII, e XVIII, popolato originariamente da ricche famiglie di commercianti che gravitavano principalmente intorno all’attività del porto, presenta esempi architettonici interessanti, con edifici storici di rilievo e musei importanti come il MAMBA (ave. San Juan 350).

Con l’epidemia del 1871, i ricchi mercanti abbandonarono il quartiere per spostarsi più in alto fino a raggiungere la collina del cimitero Recoleta. 

Queste grandi case abbandonate, successivamente, vennero ripopolate dalle famiglie degli immigrati poveri appena sbarcati, trasformandole nei famosi “conventillos”, nelle quali convivevano numerose faglie insieme.

Le strade, con il luccichio del lastricato al tramonto, i palazzi antichi, rendono il quartiere estremamente interessante. Nel tempo, la sua famosa fiera d’antiquariato, ha perso valore ma la sua atmosfera bohémien, è rimasta come tutto il suo fascino coloniale. La creatività argentina è sempre in attività e non manca mai d’imbattersi in qualche spettacolo di strada con un artista talentuoso che suona o balla il tango.

Passeggiare per Buenos Aires, è come finire nella macchina del tempo. Un continuo andare e venire attraverso decadi o secoli in slow motion o fast forward ma, alla fine, ci ritroviamo sempre al vecchio “bodegón” a gustare un “rico” asado di carne  con una bottiglia di un Malbec rosso rubino sul tavolo.

Video con il chitarrista: Agustín Lago  

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