William & Kate. L’erede al trono…

LONDRA – E’ bastato che la duchessa di Cambridge, futura madre di un erede al trono di Inghilterra, al matrimonio della tredicesima nella successione Zara Philips con il campione di rugby Mike Tindall,  non bevesse bevande alcoliche – né al primo ricevimento pre-nunziale di giovedì, ne al brindisi sul suntuoso yacht Britannia, ne sabato dopo le nozze – per scatenare i tabloid inglesi e far dire che la moglie del principe William è incinta. Lo sostiene con una certa sicurezza il magazine “Daily star on Sunday”.

Dubitare è legittimo perché le ragioni possono essere altre. Dazebao non ha idea di quale sia la realtà ma cercherà di indagare perché scattino immediate le speculazioni su una possibile gravidanza,  o quantomeno sul fatto che Kate stia provando a restare incinta e  non beva  per questo.  A maggio erano circolati in rete dei pettegolezzi che dicevano la duchessa di Cambridge non potesse avere figli. A rivelarlo era la rivista di gossip “In touch weekly” 
che aveva citato una confidenza di Camilla Parker Bowles al suo ‘inner circle’ di amici. Camilla  avrebbe riferito che “problemi di salute quando Kate era adolescente potrebbero aver avuto ripercussioni sulla sua capacita’ di concepire”. Se il gossip fosse stato confermato, il trono dopo Carlo e William  sarebbe andato al figlio maschio del principe Harry. Ma il medico di corte smentì assicurando che la principessa era perfettamente in grado di procreare.

 

Nei fatti un erede al trono è il massimo che la moglie del principe è chiamata a fare, anche se ogni dinastia ha abitudini e tradizioni diverse. Basti ricordare Soraya, bellissima e con una notevole somiglianza con Ava Gardner, che  il 12 febbraio 1951, all’età di 19 anni, aveva sposato a Teheran lo Scià di Persia. Il loro matrimonio ebbe fine il 6 aprile   1958, quando lui la ripudiò appena fu certo che non avrebbe potuto dargli dei figli. Lo stesso Scià diede annuncio della separazione pubblicamente, visibilmente affranto.
L’ultima regina assoluta, Maria Antonietta d’Asburgo Lorena, moglie di Luigi XVI, entrambi decapitati alla fine del diciottesimo secolo,  concepiva in pubblico: il popolo voleva la certezza  che il figlio fosse uscito dal suo ventre. Comprensibilmente   visto che un erede al trono calamita fortune enormi. Il parto in pubblico, disumano e faticoso, era un obbligo. Furono Luigi XVI e Maria Antonietta a cancellare questa usanza.

Le moglie del re è chiamata alla missione di procreare, maschi e non femmine. Il  maschio nella successione viene prima delle femmine a prescindere dall’età. La legge salica fu un codice fatto redigere da Clodoveo I,  re dei  franchi, attorno al 510 e riguardava la popolazione dei franchi Salii,  ma essa è diventata sinonimo di legge per la successione al trono che esclude la discendenza femminile. Nel 2009 gli elettori danesi hanno approvato con 77% delle preferenze il referendum di ratifica dell’ emendamento costituzionale che sancisce la parità dei sessi per salire al trono. La legge vigente era infatti simile a quella spagnola, una modifica della legge salica che pur non escludendo la possibilità di successione femminile privilegiava gli eredi maschi, anche se cadetti rispetto alle sorelle. In Danimarca solo da quel momento  il primogenito, non importa se maschio o femmina, avrebbe avuto lo stesso diritto alla corona.
Chi ha letto i libri di storia sa quanto grandi erano nei tempi passati i festeggiamenti per la nascita di un futuro re. Il popolo affamato banchettava anche tre giorni, mangiando finalmente, e gioendo per l’arrivo dell’erede. Qualcosa di queste tradizioni  primitive  nei moderni esiste ancora e da forza al gossip popolare che vorrebbe salutarlo subito, aspettandosi da lui salvezza e fortuna.

 

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