Taomoda. Al “Caffè letterario” con Diliberto, Salemi e Torpedine

Di Gianmaria Tesei

TAORMINA (nostro inviato) Un importante momento letterario ha contraddistinto Taomoda, manifestazione che unisce la moda, il design, la cultura e l’arte in un insieme armonico a gradevole.

L’ideatrice del “Caffè letterario” Maria Teresa Papale, ha moderato un incontro, con l’ausilio di una Catena Fiorello interessante conduttrice, coinvolgendo il pubblico nelle intime visioni di tre autori: Manuela Diliberto, Roselina Salemi, Michele Torpedine.

La scrittrice palermitana Manuela Diliberto, autrice de “L’oscura allegrezza”, ha evidenziato come l’essere umano debba sempre cercare in sé la propria collocazione interiore e come nel suo libro emerga “il senso di responsabilità”, che nei personaggi si traduce nell’interrogarsi sul vero comprendere e il giusto agire: caratteristiche che hanno segnato Borsellino, scomparso proprio il 19 luglio del 1992. La Diliberto, autrice e archeologa, ha spiegato di avere vissuto, quasi in modo diretto i tragici momenti del 1992. Dai quali emerge anche la sicilianità positiva di cui essere fieri. Come ha affermato Catena Fiorello, i protagonisti del libro sono una sorta di “perifrastica attiva”, un continuo accostarsi per diventare coppia per poi realizzare un amore diverso da quello che si poteva presumere. Il libro riesce a farci vivere un tratto importante della storia italiana, rendendo leggero il romanzo storico sviluppato con grande abilità in un arco di 560 pagine. La scrittrice ha poi aggiunto come l’arte, in una famiglia come la sua, si respirasse appieno attraverso la figura del padre Maurizio, noto regista e assiduo frequentatore del festival del cinema di Taormina. Il noto Pif – con il quale ha un rapporto di stima e complementarietà – è suo fratello. L’autrice, che vive da anni a Parigi, definisce la scrittura come un elemento in lei innato. 

L’evento è proseguito con Roselina Salemi e il suo “Mariti inutili”, sorta di prontuario sui mariti imperfetti e sulle mogli che, nonostante tutto, desiderano tenerseli stretti in vari modi. Il tutto redatto con un velo di sorriso e ironia, venate da un’amarezza di fondo per i problemi legati al vivere assieme, al logorio quotidiano, al ruolo maritale che col tempo, per essere accettabile, paradossalmente si giustifica solo se connesso a una qualche funzione e utilità.

Michele Torpedine, che si è detto contrario ai talent televisivi, ha discusso del suo “Ricomincio dai tre”, dove ha narrato le vicende che l’hanno legato al mondo della musica, come batterista prima, e poi manager di talenti internazionali come Bocelli, da lui scoperto, Zucchero, il Volo, Gino Paoli, solo per citarne alcuni. Questo libro nasce dalla necessità dell’autore di fare chiarezza su quelle che ritiene menzogne dette sulla sua persona. Il testo si basa anche sul valore della riconoscenza (nel libro l’agente dello spettacolo menziona Jovanotti che ringrazia sempre Cecchetto che l’ha lanciato), che a lui è mancata da parte di Zucchero, con il quale ha avuto un rapporto fatto di momenti di sintonia ma conclusosi malamente. Decisamente migliore quello con Gino Paoli, cui deve i suoi esordi da agente e la sua affermazione e del quale è stato batterista. In un momento non particolarmente brillante della carriera di Gino Paoli, Torpedine ha detto come abbia saputo dare nuova linfa all’attività dello stesso cantante, creando la tournée con la Vanoni. Torpedine ritiene che il livello attuale degli artisti musicali sia basso perché caratterizzato da personaggi e non talenti puri. 

A conclusione si è approfondita la triste realtà che spesso vede i talenti artistici e la cultura poco tutelati in Italia (al contrario, ad esempio, di ciò che accade in Francia), paese che invece dovrebbe essere l’esaltazione dell’arte sotto ogni aspetto e forma.

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