La pesca di Leonforte Igp ovvero la storia di una piccola “follia”

Un lavoro certosino che inizia ogni anno a giugno

Si è svolto il 7 settembre 2016, presso la sede AICIG di Roma  alla presenza di Leo Bertozzi, segretario generale di Aicig e del presidente del Consorzio Pesca di Leonforte Igp Carmelo Salamone., il convegno sulla Pesca di Leonforte IGP, un prodotto di nicchia made in Sicilia che fa parte delle 284 Ig italiane.

Gustosa, aromatica e profumata, la pesca tardiva di Leonforte è un autentico gioiello dell’agricoltura italiana.

Coltivata in un’oasi al centro della Sicilia, in un territorio non contaminato da rifiuti e scarti industriali, la pesca di Leonforte è la naturale sintesi di antiche varietà e di un microclima particolare che ne caratterizza la maturazione. Non è una: sono tante le varietà locali che maturano a settembre, ottobre, addirittura a novembre. Oltre all’epoca della maturazione e alle caratteristiche organolettiche, la pecularietà della Pesca di Leonforte è la pratica dell’insacchettamento dei frutti che ancora piccoli e verdi vengono insacchettati uno per uno a mano per proteggerli dalla mosca mediterranea, dal vento e dalla grandine. In questo modo si evita d’intervenire con trattamenti antiparassitari almeno per 3-4 mesi prima della raccolta

La produzione media annua è di 400 tonnellate e di queste solo la metà o meno è destinata a diventare Igp. A coltivarla 20 produttori aderenti al Consorzio di Tutela, mentre la distribuzione avviene per il 90% in Italia.

“Questo frutto definito tardivo ha  dichiarato,  durante la conferenza stampa, il Segretario Generale di AICIG, Leo Bertozzi, in quanto raccolto da settembre a novembre – è espressione di eccellenza di un sistema che a livello europeo conta ben 1336 IG food, di cui 284 solo in Italia tra DOP, IGP e STG (cui si aggiungono altre 523 denominazioni DOCG, DOC e IGT relative ai vini). Numeri che conferiscono al nostro paese  il primato assoluto per i prodotti agroalimentari a indicazione geografica riconosciuti dall’UE. Ciò, non solo mostra il forte legame tra prodotti e territorio di origine ma ha anche il merito di trainare il sistema produttivo e l’economia del territorio, dando garanzia ai consumatori su tracciabilità e sicurezza alimentare, oltre a tutelare l’ambiente, gli ecosistemi e le biodiversità. La Sicilia, in questo, rappresenta una vera eccellenza ed è una delle cinque regioni più importanti d’Italia per i prodotti certificati a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta.”

Ha poi preso parola il Presidente del Consorzio della Pesca di Leonforte IGP Carmelo Salamone: “La pesca di Leonforte non è una IGP che gioca il suo primato sulla quantità, bensì sulla particolarità della sua coltivazione, espressione più autentica di una tutela della biodiversità e di una identità territoriale ben definita. A rendere così particolare questa produzione è la tecnica di coltivazione “insacchettata”. Per proteggere la coltivazione di questo frutto -racconta il presidente Salamone- un imprenditore agricolo si inventò negli anni ’70 l’utilizzo di sacchetti di carta di pergamena in cui avvolgerli, e ancora oggi rappresenta il tratto distintivo di questa pesca, oltre alla tempistica di raccolta che è tardiva rispetto alle altre coltivazioni di pesche italiane.

Condividi sui social

Articoli correlati