Nel 2011 a Nardò, circa 400 braccianti di origine africana, fecero il primo sciopero autorganizzato in Italia di lavoratori stranieri contro lo sfruttamento basato sul caporalato.
Oggi a Nardò si continua dormire tra gli ulivi, stesi sulla nuda terra o su materassi sudici.
Oggi a Nardò si continua a sperare una vita degna di essere vissuta.
“Nessuno tocchi Nardò “
e’ la parola d’ordine del caporalato e dello sfruttamento.
Nessuno tocchi Nardo’ e’anche il monito di una terra assetata di legalità.
La nuda terra
è madre
che accoglie
i corpi
ammassati
sui materassi
nel buio profondo
braccia forti
legate come rami di ulivo
sorreggono
l’umanità degli ultimi
la nuda terra
è madre che abbraccia
ascolta
il disperato pianto
dei suoi figli
nel silenzio della notte senza luna
e poi racconta
la dignità
seme di coscienza
dei campi di Nardò