Falsi principi, introduzione

FALSI PRONCIPI é il secondo romanzo di Marco Marian composto tra il 2013 e i primi mesi del 2015. La brevità dello scritto si concentra nella profondità del suo significato che penetra gli angoli più oscuri dell’umano vivere.

La fede nella cosiddetta civiltà, i suoi usi e i suoi costumi non sono altro per Sil che forme di violenza che non gli permettono la scoperta di se stesso. Il posto di lavoro, la vita sicura, il denaro, la casa, la burocrazia, i diritti e i doveri del cittadino, le mode, i discorsi impegnati portatori di cultura rappresentano la causa della malattia nevrotica e della tristezza che affetta chi non vuole vivere secondo tali forme di violenza. Ancora e sopratutto le logiche del commercio e del controllo sono le direttrici dell’unico senso dato all’esistenza ed eliminano chi non vuole sottostare ad esse con ogni mezzo. Sil e Tebra rappresentano la fonte di ogni dubbio, nomadi randagi costretti a vivere all’interno di una civiltà che non lascia opzioni. Il mondo accademico si rivelerà essere per quello che è. L’indifferenza e l’avidità umana sono all’ordine del giorno, soprattutto nei confronti di persone che non vogliono lasciarsi coinvolgere da uno stile di vita basato sulla competizione e sull’invidia. Sil non vuole far parte della realtà di quelli che non riconosce nemmeno come suoi simili, ma ne è costretto. La fine quasi certa che lascia la società malata per chi va contro i suoi pilastri è rappresentata dal dolore e dalla malinconia provati dal protagonista che si vedrà solo ancora una volta davanti ad un mondo che non fa per lui senza abbandonare mai il suo spirito vitale.

Condividi sui social

Articoli correlati