La Relazione del Governatore Visco. Le tasse frenano la crescita

ROMA – Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha tenuto oggi, all’Assemblea annuale di Palazzo Koch, le sue prime “Considerazioni finali” con toni poco ottimistici.

La pressione fiscale è troppo elevata
Gli uomini di Via Nazionale fanno notare come, secondo quanto emerge dal quadro disegnato nel Documento di Economia e Finanza, Def, la pressione fiscale intesa come incidenza delle entrate sul prodotto interno lordo salira’ ancora di 2,6 punti percentuali facendo segnare, al 49,2 per cento, un nuovo storico record negativo.
Già lo scorso anno, rileva sempre Bankitalia, il peso del fisco in Italia era superiore di 2,3 punti percentuali rispetto alla media dell’area euro ma il dato forse più significativo è l’andamento della pressione fiscale negli ultimi 10 anni, che in Italia e’ aumentata di 1,5 punti, a fronte di una flessione o sostanziale stabilita’ negli altri maggiori Paesi europei.
Infatti nell’ultimo decennio la pressione fiscale ha fatto segnare -0,4 punti in Germania, -1,9 punti in Spagna, +0,5 punti in Francia e + 0,2 nel Regno Unito, ciò evidenzia come l’eccessivo carico fiscale sia divenuto un problema, per chi paga le tasse, già da molto tempo.
 

Livello della tassazione incompatibile con la crescita
Il Governatore Visco è del parere che, nel nome del risanamento dei conti si sia ” pagato il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a livelli oramai non compatibili con una crescita sostenuta. L’inasprimento non può che essere temporaneo”.
Visco ha poi sottolineato come per ottenere la riduzione della pressione fiscale sia necessario agire su due vie. Da una parte la lotta all’evasione e dall’altra il taglio e la razionalizzazione delle spese.

Previsioni nerissime
Nella sua prima relazione Visco si è soffermato anche sulle prospettive economiche e di crescita del Paese, dicendosi convinto che il 2012 sarà “un anno di recessione, per le incertezze finanziarie e le drastiche, pur se indispensabili, misure di correzione del bilancio pubblico.”.
La riduzione del Prodotto Interno Lordo, senza essere particolarmente pessimisti, può essere prevista intorno all’1,5%.
Nelle parole di Visco emerge anche un barlume d’ottimismo quando dichiara che “Una ripresa potrà affiorare verso la fine dell’anno” subito smorzato dall’avvertenza che il “percorso non sarà breve” e che “tirarci fuori dallo stretto passaggio che attraversiamo impone costi a tutti. Sono costi sopportabili se ripartiti equamente e con una meta chiara”.
Il governatore riconosce infine il merito all’esecutivo di aver agito rapidamente per “mettere il bilancio pubblico su una dinamica sostenibile e credibile”, bilancio che nel 2013 in base alle previsioni “sarà vicino al pareggio strutturale e il debito inizierà a scendere”.



La battuta infelice di Marchionne
L’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne lasciando la sede di Bankitalia dopo la relazione del Governatore ha dichiarato:’Non possiamo guardare all’Europa come soluzione dei nostri problemi ci vuole anche il nostro impegno’.
Dichiarazione che personalmente reputo beffarda e di cattivo gusto, essendo stata fatta da un cittadino italiano che legalmente, legittimamente, liberamente, ha fissato la residenza fiscale in Svizzera pagando così meno tasse, in percentuale del proprio reddito, di moltissimi italiani residenti in Italia e con un reddito che è una minuscola parte di quello del signor Marchionne.
Se ‘il nostro impegno’ cui si riferisce Marchionne è quello individuale a pagare meno tasse il futuro di questo Paese è già segnato.

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