Giornalisti Repubblica in agitazione. Cinque giorni di sciopero

ROMA – Si è concluso con la proclamazione dello stato di agitazione e con l’affidamento al Cdr di un pacchetto di 5 giorni di sciopero l’assemblea del quotidiano Repubblica dedicata alle condizioni di lavoro e alle carenze di organico. La mozione finale è stata approvata dalla redazione di Roma all’unanimità e con tre voti contrari e un astenuto nelle dieci redazioni distaccate del quotidiano.

Questo è il comunicato del Cdr pubblicato oggi sul giornale.
L’assemblea dei redattori di Repubblica, riunita giovedì 14 giugno, preso atto che l’azienda: 
1) Rifiuta le proposte di rafforzamento della redazione, in particolar modo dei siti locali 
2) Prosegue nella logica dei tagli di spesa senza presentare un piano di sviluppo 
3) Non intende sostituire i 5 colleghi che hanno presentato le dimissioni nemmeno accelerando l’assunzione degli 11 colleghi individuati da un precedente accordo
4) Non provvede all’assunzione di un grafico per RSera 
5) Continua a utilizzare in modo improprio pensionati e collaboratori Impegna il Comitato di Redazione a proseguire le trattative e a sollecitare il confronto sullo sviluppo, proclama da oggi lo stato di agitazione, affida al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero e gli dà mandato di attuare ogni iniziativa che riterrà opportuna.

L’Associazione Stampa Romana ha diffuso un documento di solidarietà con la redazione e il Cdr di Repubblica. “L’Asr si riconosce completamente nelle ragioni della protesta – afferma il segretario Paolo Butturini -. Una politica editoriale basata soltanto su tagli e risparmi, come quella perseguita finora, farà pure guadagnare qualche bonus ai manager aziendali, ma finisce per penalizzare il prodotto e l’occupazione, impedendo quella fase di sviluppo e progettazione senza la quale, specie nella carta stampata, le testate sono condannate al declino. In fondo non stiamo chiedendo all’azienda che di fare il suo mestiere: guadagnare o difendere fette del mercato editoriale con una attenta e lungimirante politica industriale”.

“La Repubblica – prosegue il segretario dell’Asr – tiene in questi giorni a Bologna una kermesse che ha “le idee” come concetto attorno al quale ruotano decine di appuntamenti, ma le idee hanno bisogno di professionisti che le realizzino e fondi che le sorreggano, altrimenti sono un vuoto esercizio retorico.
Il Gruppo l’Espresso ha al proprio interno, fra le decine di collaboratori e precari, le forze a cui attingere per dare corpo a nuovi progetti editoriali e nuovi e più innovativi prodotti informativi. Il sindacato è pronto a fare la sua parte per utilizzare tutti gli strumenti contrattuali che favoriscano la stabilizzazione e la crescita professionale di questi colleghi, ma ha bisogno di interlocutori credibili che scommettano sulla loro azienda e siano pronti a raccogliere le sfide della multimedialità e della transizione digitale”.

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