Crisi. Confindustria: “Nessuna ripresa entro l’anno”

Appaiono davvero preoccupanti le previsioni di Confindustria rispetto allo scenario dell’economia globale che è decisamente peggiorato. In Italia inoltre proseguirà la diminuzione del Pil.

Questo è quanto emerge dallo studio Congiuntura Flash del Centro Studi di Confindustria secondo la quale dopo che “il secondo trimestre si è chiuso con tutti gli indicatori congiunturali in ribasso, soprattutto i nuovi ordini “si annullano le probabilità di rilancio nella seconda metà dell’anno”. “Cè qualche timido segnale di rallentamento della flessione a partire dall’estate inoltrata” rileva il Csc, sottolineando però che “quasi tutto ora dipende dall’evoluzione del quadro in Eurolandia, che sempre più appare intrappolata in una spirale depressiva, a causa non tanto di aggiustamenti ineluttabili (sgonfiamento delle bolle immobiliari, riduzione della leva delle banche, più parsimonia delle famiglie) quanto dell’incertezza e dei danni che la gestione europea della crisi provoca, tra l’altro con politiche di risanamento troppo restrittive”.

“Il secondo trimestre – si legge nell’analisi mensile – si è chiuso con tutti gli indicatori congiunturali in ribasso, soprattutto i nuovi ordini, annullando le probabilità di rilancio nella seconda metà dell’anno”. Pur essendo “partita dalla periferia, la contrazione dell’attività economica ha ormai coinvolto le economie core”. Dall’Eurozona le onde recessive si allargano al resto del mondo, che di per sé non gode di ottima salute. Gli Usa infatti sono indeboliti dalla scarsa creazione di posti di lavoro e dall’incognita sulla gestione della riduzione automatica del deficit. I maggiori Paesi emergenti, come  il Brasile, non avanzano ai ritmi spediti di qualche trimestre fa. Anche in Cina il passaggio dei poteri politici alla nuova leadership non agevola il varo immediato di stimoli alla spesa.

Sul fronte occupazionale non si svuota il bacino della Cig, inoltre a maggio i disoccupati in Italia (quasi 2,6 milioni) rappresentavano il 10,1% della forza lavoro (8,2% nell’agosto 2011). Sono sempre più numerose le persone, specie donne, che ora cercano assiduamente un impiego per rimpinguare il bilancio familiare”, sottolinea il Centro Studi di Confindustria.

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