Edilizia. Persi 500 mila posti. Senza investimenti non c’è ripresa

ROMA – Per settembre tutte le previsioni parlano di un andamento dell’edilizia e delle costruzioni in linea con quello di luglio e dei mesi scorsi.

Per l’autunno non vediamo all’orizzonte segnali di ripresa. E ormai dall’inizio della crisi si sono persi 400mila posti di lavoro, 500mila considerando anche l’indotto, ed è andato in fumo anche il 25% del valore della produzione dell’intera filiera. Ma senza investimenti non ripartirà nulla”.

. Ci sono  perciò tutti i presupposti per un autunno ‘caldo’ per un settore che dovrebbe trainare la ripresa dopo la crisi. Non ci sono segnali di novità per il settore nè dal punto di vista del credito, nè degli investimenti pubblici. Tutte le nostre perplessità le avevamo ribadite in occasione del presidio del 17 luglio davanti al ministero dello Sviluppo Economico. Nel ‘decreto sviluppo’  ci sono delle azioni che avevamo richiesto ma niente che possa rappresentare una svolta che potrebbe arrivare solo se riparte la macchina degli investimenti pubblici. Il blocco della spesa sta strangolando il settore. Si deve riprendere a investire- puntando su edilizia sostenibile, risparmio energetico, riqualificazione urbana, messa in sicurezza del territorio. Fin dalla ripresa delle attività a settembre l’azione del sindacato, la nostra mobilitazione continuerà, si rafforzerà nella richiesta di interventi che possano dare ossigeno al settore. E la vicenda dell’llva ha messo in evidenza che nel nostro Paese serve una riconversione produttiva, fondamentale per il nostro settore.

L’importante è  non puntare a tornare ai livelli pre-crisi. Le due chiavi per ripartire secondo noi sono investimenti e regolarità  ma si deve capire che non si tornerà mai ai livelli pre-crisi, che sono stati il frutto di un sistema drogato, viziato dalla speculazione e dalla bolla immobiliare. Si è costruito molto e male. L’unico modo per uscire dalla crisi è attraverso un’edilizia migliore. La crisi ha segnato un punto di svolta: o si capisce che per tornare allo sviluppo si deve seguire una strada diversa o la ripresa  è molto lontana

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