Crisi. Puntare su crescita e sviluppo per spezzare la spirale depressiva

Lavoro. Disoccupazione, la più alta dal 1999

ROMA – Il tasso di disoccupazione nel II trimestre 2012 ha raggiunto il livello più elevato dal 1999.
Un dato gravissimo, che richiede una mobilitazione immediata del Governo, che non può e non deve più prorogare gli interventi necessari per la ripresa economica del nostro Paese. Una disoccupazione così elevata, infatti, è causata del perdurare della grave crisi che affligge la nostra economia. Senza interventi determinati per il rilancio degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca sarà impossibile spezzare la spirale depressiva sulla quale l’economia italiana si sta avvitando ormai da anni.
Un vortice fatto di continua contrazione del potere di acquisto delle famiglie (-11,8% dal 2008), diminuzione dei consumi, ricadute sulla produzione e conseguente aumento della disoccupazione, che a sua volta alimenta un’ulteriore caduta del potere di acquisto, alimentando un circolo vizioso che bisogna spezzare il prima possibile. Come calcolato dall’O.N.F.
Nel 2012 la contrazione dei consumi rischia di avvicinarsi al -5%: un dato drammatico che determinerà una contrazione complessiva della spesa di ben 35,5 miliardi di Euro.
L’aumento della tassazione (specialmente quella sui carburanti) attuato finora dal Governo di certo non aiuta la ripresa dei consumi: per questo è indispensabile, prima di tutto, cancellare dall’agenda di Governo qualsiasi ipotesi di nuovo incremento.
È indispensabile, inoltre, agire immediatamente per reperire risorse da destinare allo sviluppo, attraverso una maggiore lotta all’evasione fiscale ed agli sprechi, un allentamento del patto di stabilità dei Comuni, una maggiore tassazione su grandi patrimoni, rendite e transazioni finanziarie.
Tali operazioni dovranno servire:
–       per rilanciare l’economia, prima di tutto attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, a partire dalla realizzazione di una rete di comunicazione in fibra ottica (investimenti che sappiamo avere ritorni interessanti sia sul piano del lavoro che su quello di maggiore produttività per l’intero Paese);
–       per avviare una detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati, a partire dalla tredicesima.

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