Trasporti. Città in tilt. Camusso, lo sciopero era inevitabile. Adesione al 95%

I sindacati minacciano: “Senza contratto sarà il blocco totale”

ROMA – Una mobilitazione “riuscitissima” hanno detto  i sindacati, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa Cisal, promotori dello sciopero nazionale tuttora in corso di bus, tram e metro. Uno “sciopero inevitabile”, ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, la quale ha ribadito le motivazioni, ovvero il mancato rinnovo del contratto nazionale fermo al 2007 e le politiche dei “tagli” al settore che hanno provocato ripercussioni negative sia sui lavoratori che sull’utenza.
«Si era detto – ha aggiunto il segretario a margine della Conferenza nazionale di organizzazione della Uil a Bellaria – che si ripristinavano le risorse con le accise sulla benzina» ma «il risultato è che abbiamo reso difficile la vita per tutti i cittadini e non abbiamo trasferito nulla. Ci sono molte ragioni quindi che riguardano i lavoratori dei settore ma anche tutti i
cittadini nel dire che così non si può andare avanti».

Città in tilt. Tensione a Milano
D’altra parte i dati parlano da soli con punte di adesione che hanno toccato il 95%. In tutte le città si sono registrati fortissimi disagi. A Milano sono state chiuse le tre linee della  metropolitana e fermi il 75% dei mezzi di superficie. Momenti di tensione si sono registrati alla stazione Duomo della metropolitana di Milano, dove pochi minuti prima che iniziasse lo sciopero il personale dell’Atm ha chiuso i cancelli dei corridoi che collegano la linea 1 alla linea 3. Molti pendolari che dovevano appunto prendere la linea 3 hanno forzato i cancelli per riuscire così a salire sull’ultimo treno. Non sono, ovviamente, mancati urla e insulti al personale dell’Atm.

A Napoli, invece,  circumvesuviana, metropolitane e funicolari sono ferme e l’80% dei bus; a Torino non circola il 90% degli autobus; a Venezia fermi circa il 75% dei vaporetti ed a Mestre il 90% dei bus; a Bologna le adesioni si attestano intorno al 95% nella circolazione su gomma; fermi oltre al 80% dei mezzi pubblici a Bari ed il 70% dei servizi urbani a Palermo.
Lo sciopero prosegue a Roma fino alle 17.30 e dalle 20 a fine servizio; a Milano fino alle 15 e dalle 18 al termine del servizio; Napoli fino alle 17 e dalle 20 a fine servizio; a Torino riprende alle 15 a fine servizio; a Venezia-Mestre fino alle 16.30 e dalle 19.30 a fine turno; a Genova fino alle 17 e dalle 21 a termine servizio; a Bologna fino alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio; ad Ancona il 93% dei mezzi publici; a Bari riprende alle 15.30 a fine servizio; a Palermo fino alle 17,30 ed Cagliari riprende alle 14.45 alle 18.30 e dalle 20 alla fine del servizio.
I sindacati sono decisi a continuare a oltranza la loro protesta.  “Se dopo questa protesta ancora nessuno si muoverà, – fanno sapere – intensificheremo la lotta fino a quando non sarà giunto l’obiettivo del contratto, anche attraverso una grande manifestazione nazionale con il blocco totale di tutti i servizi senza fasce orarie per permettere a tutti gli addetti
al trasporto pubblico locale di partecipare”.

Codacons chiede di rivedere orario delle fasce di rispetto
Il Codacons invita a rivedere le «fasce di rispetto» per lo sciopero dei mezzi di trasporto pubblici a Milano perché «iniziare alle 8,45 è decisamente troppo presto e penalizzante per una città laboriosa come Milano», mentre a «Torino, Venezia, Genova, lo sciopero inizia dopo le 9».
«Uno sciopero deve avere il fine primario di danneggiare l’azienda, non il consumatore. per questo chiediamo di rivedere le fasce di rispetto» ha dichiarato Marco Donzelli, presidente del Codacons, che chiede «la convocazione urgente di un tavolo tra tutti i soggetti interessati, sindacati di categoria, Atm, sindaco di Milano, Prefetto di Milano, associazioni di consumatori per sbloccare l`impasse sul rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri».

Asstra. Abbiamo il parco autobus più vecchio d’Europa

Sullo sciopero in corso è intervenuto il presidente di Asstra, (Associazione delle società ed enti del trasporto pubblico locale di proprietà degli enti locali, delle regioni e di imprese private), Marcello Panettoni: ” Il settore del trasporto pubblico locale fa muovere 15 milioni di cittadini ogni giorno ma negli ultimi due anni ha potuto contare sul 20% delle risorse in meno nonostante la crescita della domanda di mobilità. È ora che le istituzioni, a tutti i livelli di governo,  si ricordino di questo settore. Il quadro economico del trasporto pubblico locale comporta necessariamente il taglio delle linee e la riduzione del servizio. In questa situazione è oggettivamente impossibile procedere ad un rinnovo contrattuale che comporti un appesantimento dei costi. Lo sciopero di oggi  che manda in tilt la circolazione delle nostre città per 24 ore, è un segnale di un disagio oggettivo, ma noi non possiamo non condannare una modalità di protesta che continua a scaricare sui cittadini i problemi, problemi che invece dovrebbero essere affrontati con urgenza nelle sedi istituzionali”.

“A fronte della crescita della richiesta di mobilità con i mezzi pubblici – riporta la nota dell’Asstra – c’è stato un taglio del 20% delle risorse a bus , tram e metro. Il risultato  è che l’Italia si ritrova nel giro di pochissimo tempo col parco autobus più vecchio d’Europa (11 anni di anzianità contro 7 anni della media europea).

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