DirCredito. 20mila bancari a rischio sotto la scure dei tagli

ROMA – Fermare l’appiattimento professionale e itagli indiscriminati. E’ questo il nocciolo della questione emerso oggi all’incontro tenutosi oggi a Palazzo Altieri tra l’Associazione Bancaria Italiana e i sindacati del credito, a cui erano presenti anche i segretari generali confederali di CGIL, CISL, UIl e UGL.

Un’ipotesi nata sotto la pressante richiesta di Abi di ridurre i costi attraverso l’individuazione di ulteriori 20.000 esuberi e un’accelerazione delle uscite dal sistema, dalla quale emergono forti preoccupazioni che ciò avvenga senza la necessaria gradualità e programmazione,  in quanto come già verificatosi in passato, si assisterebbe ad un ulteriore appiattimento professionale di una categoria, quella dei bancari, strategica per il rilancio del Paese. Il contratto nazionale, recentemente sottoscritto, parla di buona occupazione ed è improponibile pensare di tagliare il costo del lavoro a scapito dei percorsi professionali ormai ridotti all’osso. In cocnlusione il costo del lavoro dei bancari è superiore alla media europea, non tanto a causa delle retribuzioni dei dipendenti, dirigenti compresi, ma soprattutto per gli spropositati compensi che, nonostante la crisi, i top manager e i componenti dei consigli di amministrazione continuano ad auto-attribuirsi.

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