Fillea aderisce alla manifestazione Anci, sbloccare i pagamenti per appalti già assegnati

ROMA – Arriva dai sindacati delle costruzioni di CGIL CISL UIL l’adesione alla manifestazione nazionale indetta dall’Anci per domani a Roma, per protestare contro il Patto di stabilità  interno che blocca 9 miliardi di pagamenti per appalti già  assegnati.

Queste risorse per i segretari nazionali di Feneal Filca Fillea, Massimo Trinci, Domenico Pesenti e Walter Schiavella “potrebbero essere impegnati per investimenti e opere, consentendo così di dare una scossa al settore delle costruzioni, che sta vivendo la crisi peggiore dal dopoguerra”.
Un allarme giustificato quello dei segretari degli edili, a vedere gli ultimi dati Cnce relativi al periodo 2008/2012: ore lavorate – 34%, operai iscritti – 31%, massa salari – 26%, imprese iscritte – 26%. Per i segretari generali le richieste dell’Anci “sono le stesse che il sindacato avanza da tempo e che sono state al centro della manifestazione nazionale di un anno fa. In particolare la richiesta di modificare il Patto di stabilità  e venire incontro alle aziende in difficoltà  strette all’angolo dalla drammatica crisi di liquidità  prodotta dal credito che non c’è  – quello che le aziende vantano nei confronti dei committenti, prima di tutto la pubblica amministrazione – e quello che viene loro negato dal sistema bancario. Una mancanza di liquidità  che ha portato al fallimento anche molte imprese creditrici nei confronti della PA”. “In queste condizioni – proseguono Trinci, Pesenti e Schiavella – le conseguenze peggiori ricadono sui lavoratori, che rischiano di perdere il posto o di subire pesanti compressioni in termini di regolarità  e diritti. Tra l’altro in questa situazione sono gli stessi lavoratori che finanziano le imprese, perché continuano a lavorare pur non percependo alcuno stipendio per mesi. Per le imprese il rischio sempre maggiore è quello di subire gli effetti dell’assenza di lavoro, dei mancati pagamenti e della stretta creditizia, subendo in maniera sempre più stringente il ricatto delle mafie. Occorre spezzare questa catena nefasta intervenendo al più presto per dare forza e sostegno ad un settore indispensabile per la ripresa economica” concludono i segretari. “Ciò si può fare solo se si passa dalle parole ai fatti, che vuol dire semplicemente aprire i cantieri, a cominciare da quelli delle piccole opere immediatamente cantierabili e dalla manutenzione e messa in sicurezza di scuole, ospedali e territorio, assicurando contestualmente legalità  e regolarità  del lavoro”.

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