Crisi. Governo agisca con urgenza per alleviare il disagio delle famiglie

ROMA – Le retribuzioni ferme a marzo sono l’ennesimo segnale di una situazione che sta degenerando di giorno in giorno. Le condizioni economiche delle famiglie sono ormai allo stremo e continuano ad incidere negativamente sull’intero andamento dell’economia.

A peggiorare il quadro contribuiscono i dati diffusi oggi dall’Istat. Questi ultimi, partendo da una valutazione del tasso di inflazione in frenata (visione ottimistica e lontana dalla realtà), fanno apparire in riduzione la “forbice” tra le retribuzioni e la crescita dell’inflazione, lasciando intravedere, così, una ripresa del potere di acquisto delle famiglie.
La realtà dei fatti non trova alcun riscontro in questi dati: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel biennio 2011-2012 la caduta del potere di acquisto delle famiglie è stata del -6,7%.
Per rendersene conto basta guardare alle continue rinunce a cui le famiglie sono costrette: dal taglio ai consumi alimentari alla rinuncia alle cure mediche.
È questa la situazione di emergenza che il nuovo Governo è chiamato ad affrontare con la massima urgenza.
Ridare ossigeno alle famiglie ed all’economia significa, infatti, ripartire da misure concrete che prevedano, prima di tutto, una detassazione, sia sul versante dell’IMU, abolendo quella sulla prima casa, sia su quello dell’IVA, eliminando il demenziale aumento a Luglio (che, tra costi diretti ed indiretti, peserebbe sulle tasche degli italiani per oltre 200 euro annui a famiglia).
Ma soprattutto è indispensabile avviare un immediato piano di investimenti nei settori innovativi, facendo ripartire i finanziamenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca ed operare, contestualmente, un allentamento del patto di stabilità, particolarmente utile per rilanciare l’occupazione, in particolare quella giovanile.
È solo attraverso il lavoro, diritto fondamentale di ogni cittadino e principio fondante della nostra Repubblica, che sarà possibile rilanciare il potere di acquisto delle famiglie.

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