Cgia. 40 anni di aumenti Iva. Entrate diminuite di 3,5 miliardi

Bortolussi: “No all’aumento dell’Iva. I consumi pro capite sono tornati ai livelli del 1998.” In Italia crescita Iva più elevata tra tutti i principali Paesi dell’euro

VENEZIA – E’ stata introdotta nel nostro ordinamento fiscale 40 anni fa: in questo periodo di tempo l’aliquota ordinaria è variata ben 8 volte raggiungendo il valore massimo del 21% , quello attualmente in vigore. Stiamo parlando  dell’Iva che tra un mese, molto probabilmente, subirà un ulteriore incremento di un altro punto percentuale.  L’ultimo ritocco è avvenuto nel 2011: nonostante l’aliquota ordinaria sia salita dal 20 al 21%, il gettito Iva, tra la metà di settembre del 2011 ed il dicembre del 2012, è diminuito di 3,5 miliardi di euro. Certo, la situazione economica generale ha condizionato moltissimo questo esito, tuttavia anche l’incremento dell’aliquota ha sicuramente contribuito a penalizzare le entrate. A renderlo noto è la CGIA di Mestre. Il segretario, Giuseppe Bortolussi, afferma : “Questo risultato ci deve servire da monito. Dall’inizio della crisi alla fine del 2012 il Pil nazionale è diminuito di 7 punti percentuali e la spesa delle famiglie  di 5. Questa caduta di 5 punti corrisponde, in termini assoluti, ad una diminuzione media della spesa pari a circa 3.700 euro a famiglia. Se non scongiuriamo l’aumento dell’Iva previsto tra un mese corriamo il pericolo di penalizzare ulteriormente la domanda peggiorando la situazione economica delle famiglie e quella delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di consumi interni. La drammaticità della situazione dei nostri consumi è stata evidenziata anche dalla Banca d’Italia. Nella Relazione annuale presentata venerdì scorso, l’Istituto di via Nazionale segnala che in termini pro capite la spesa è tornata ai valori del 1998: ovvero quella di 14 anni fa”.

L’approfondimento della CGIA di Mestre è proseguito analizzando l’andamento tenuto in questi 40 anni dall’aliquota ordinaria dell’Iva nei principali Paesi che attualmente costituiscono l’area dell’euro. Ebbene, dal 1973 al gennaio di quest’anno, l’incremento più importante si è registrato proprio in Italia. Se nel 1973 l’aliquota era al 12% ora si attesta al 21%, con un aumento di ben 9 punti. Seguono la Germania, con una variazione di + 8 punti (era all’11%, adesso si attesta al 19%), l’Olanda, con un aumento di 5 punti (16% nel 1973, 21% nel 2013), l’Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati nel periodo preso in esame rispettivamente del +4 e del +3. La Francia è l’unico Paese preso in considerazione da questa analisi che ha visto diminuire il peso dell’aliquota di questa imposta. Se nel 1973 era al 20%, ora si attesta al 19,6% (-0,4).
“Se è vero che in questi 40 anni – conclude Bortolussi – abbiamo registrato l’incremento d’aliquota  più significativo, è altresì vero   che nel 1973 quella applicata in Italia era, ad esclusione della Germania,  la più contenuta. Tuttavia, se l’aumento previsto dal prossimo mese di luglio non verrà scongiurato, i consumatori italiani si troveranno a subire   l’aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i principali paesi dell’area dell’euro”.

Beni e servizi interessati dall’eventuale aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% previsto dal prossimo 1° luglio
    •    Vino
    •    Birra
 
    •    Abbigliamento
    •    Calzature
    •    Riparazioni di abbigliamento e calzature
 
    •    Elettrodomestici
    •    Mobili
    •    Articoli di arredamento
    •    Biancheria per la casa
    •    Servizi domestici
    •    Riparazioni di mobili, elettrodomestici e biancheria
 
    •    Detersivi
    •    Pentole, posate ed altre stoviglie
    •    Tovaglioli e piatti di carta, contenitori di alluminio
    •    Lavanderia e tintoria
 
    •    Acquisto di auto
    •    Pezzi di ricambio, olio e lubrificanti
    •    Carburanti per veicoli
    •    Manutenzione e riparazioni
 
    •    Giochi e giocattoli
    •    Radio, televisore, hi-fi e videoregistratore
    •    Computer, macchine da scrivere e calcolatrici
    •    Cancelleria
    •    Piante e fiori
    •    Riparazioni radio, televisore, computer , ecc.
 
    •    Prodotti per la cura personale
    •    Barbiere, parrucchiere, istituti di bellezza
    •    Argenteria, gioielleria, bigiotteria e orologi
    •    Borse, valige ed altri effetti personali
    •    Onorari liberi professionisti

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