Recessione record Ma per il futuro, dice Giovannini, ci sono indicatori positivi

ROMA – In Italia la recessione non è mai stata così lunga, a certificarlo è oggi l’Istat che ha pubblicato la stima preliminare dell’andamento del Pil nel II° Trimestre 2013. Il meno 0,2 % del trimestre da aprile a giugno 2013 ( -2% nei confronti del secondo trimestre del 20129 è infatti l’ottavo risultato trimestrale consecutivo col segno meno, una serie ininterrotta da due anni a questa parte che non si era mai vista dall’inizio della serie storica, nel 1990.

A voler essere proprio ottimisti si riesce però a trovare anche un dato positivo, l’andamento della produzione industriale mostra un segno più rispetto al solo mese precedente. Dice il ministro Giovannini che però “ ora ci sono indicatori di fiducia e ordinativi positivi e per il terzo e quarto trimestre è previsto un segno congiunturalmente positivo.” Vediamo  nel merito. Il calo rispetto al trimestre precedente è dato dalla diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Il secondo trimestre del 2013 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al secondo trimestre del 2012.Nerissimo il dato relativo alla variazione acquisita del Pil per il 2013 che è pari a -1,7%, ovvero la variazione annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.
Anche in presenza di una interruzione del ciclo negativo e degli ultimi due trimestri 2013 con risultato zero, un risultato che al momento pare ben al di fuori della portata del nostro Paese, le previsioni del Governo, che vedono il 2013 a meno 1,3 % si sono rivelate oltremodo ottimistiche.

Produzione industriale. Un timido segnale positivo

Sempre l’Istat ha rilasciato oggi anche il dato relativo alla produzione industriale nel mese di giugno. Qui si trova un timido segnale positivo, seppur all’interno di una selva di segnali negativi.
A giugno 2013 infatti l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,3% rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno l’indice ha però registrato una flessione dello 0,9 rispetto al trimestre precedente.
Preoccupante però è il ventiduesimo calo negativo del dato rispetto all’anno precedente,
Corretto per gli effetti di calendario, infatti, a giugno 2013 l’indice è diminuito del 2,1% rispetto a giugno precedente mentre nella media del primo semestre dell’anno la produzione è diminuita del 4,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a giugno 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo l’energia (-7,1%) e, in misura minore, i beni di consumo (-3,3%), mentre registrano una flessione più contenuta i beni intermedi (-0,5%) e i beni strumentali (-0,2%).
Nel confronto tendenziale, a giugno 2013, i settori in maggiore crescita sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,8%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,2%); quello in maggiore diminuzione è la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,2%).

Federconsumatori.  Gli  indicatori  confermano una situazione drammatica

Secondo l’associazione di consumatori oltre ai dati negativi relativi a Pil e produzione industriale va aggiunta “la contrazione dei consumi delle famiglie che, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel biennio 2012-2013 risulta pari al -7,3%, che equivale ad una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di circa 52 miliardi di Euro, pari a 2161 Euro a famiglia.
Allarmanti, inoltre, i dati del Cerved sul fallimento delle imprese italiane, che rilevano nel primo trimestre 2013 ben 3.500 procedure di fallimento avviate, il +12% rispetto allo stesso periodo del 2012.”
Per Federconsumatori ed Adusbef “l’elemento più allarmante non sono i dati, già di per sé drammatici, registrati finora, bensì quelli che si registreranno a fine anno, ( si profila una caduta del PIL oltre il 2%) a meno che non si avviino immediati ed urgenti provvedimenti tesi a risollevare le sorti dell’economia italiana.”
“Prima di tutto è urgente evitare categoricamente ogni operazione che possa decurtare ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, come l’aumento dell’IVA.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti invitando a “cassare definitivamente tale provvedimento che avrebbe effetti disastrosi non solo per i cittadini (con ricadute dirette ed indirette di +207 Euro nel 2013), ma per l’intero sistema economico.”
Trefiletti e Lannutti concludono raccomandando “l’avvio di un serio piano per la ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, fondamentali anche dal punto di vista di un rilancio dell’occupazione, in particolar modo quella giovanile, oltre a seri processi di detassazione sull’IMU prima casa (escludendo case lusso), sull’IVA come già detto e sulla rimodulazione della Tares.”

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