Consob. Il piano strategico 2013-2015 conferma l’inadeguatezza

 

ROMA – Dalla lettura del piano strategico 2013-2015 presentato dalla Consob emerge ancora una volta l’inadeguatezza dell’attuale vertice ad assolvere gli alti compiti che il legislatore ha affidato alla Commissione. Tutto ciò a danno degli investitori e della reputazione e del prestigio che la Consob si era conquistata negli anni.

Le linee strategiche dell’attuale gestione risultano fallimentari, mentre inchieste della magistratura e articoli di giornale parlano di comitati d’affari, chiamate dirette che rispondono a rapporti personalistici, procedimenti disciplinari a orologeria, nomine e incarichi deliberati non sulla professionalità dei singoli ma sul loro grado di affidabilità politica. Insomma tante parole e tante promesse ma pochissimi fatti positivi e molti casi di fiducia dei risparmiatori tradita. Del resto nessun rendiconto dei risultati raggiunti è mai stato presentato.

Più che a svolgere un efficace ruolo di gatekeper dei risparmiatori, la Consob sembra più attenta ad affiancare l’industria nella fase di raccolta del risparmio e a semplificare le regole del gioco allentando i controlli a danno della correttezza e della trasparenza delle operazioni. La sua missione dovrebbe essere quella di tutelare il contraente debole delle operazioni di borsa, cioè i risparmiatori, attraverso azioni concrete di vigilanza informativa, regolamentare, ispettiva e sanzionatoria. Il mercato esiste e si rafforza se c’è la fiducia dei cittadini, se vengono ridotte le asimmetrie informative, insomma se il risparmiatore viene messo in grado di prendere consapevoli decisioni di investimento.

L’attuale gestione è invece contrappuntata da molteplici scandali finanziari: dal fallimento Deiulemar al caso Unipol-Fonsai, dalla vicenda del Monte Paschi Siena all’Opa Camfin. E poi sono aumentati i casi di frodi societarie, di conflitto d’interessi, di corruzione, di concussione e di maxi tangenti. Metà delle aziende quotate a Piazza Affari in termini di capitalizzazione è sotto inchiesta da parte delle Procure di mezza Italia. Decine di miliardi di euro sono andati in fumo e decine di migliaia di risparmiatori sono stati truffati e “spremuti”.

Federconsumatori ritiene che sia un dovere della politica ripristinare una situazione conforme alla legge istitutiva della Consob prevedendo un assetto efficiente e funzionale al ruolo chiave che la Commissione svolge per il Paese: la tutela del risparmio. E’ davvero così assurdo chiedere che al vertice della Consob vengano chiamate professionalità esperte non in diritto ecclesiastico ma nel campo dei mercati finanziari, dell’economia e della tecnica dei mercati mobiliari, dell’analisi quantitativa? Per svolgere il delicatissimo compito di tutela dei risparmiatori italiani servono trasparenza, correttezza e competenza, risultati che si possono ottenere solo privilegiando le competenze anziché le appartenenze.

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