ROMA – “Il Governo ha sempre posto con molta chiarezza che non è disponibile a un intervento pubblico per ripianare i debiti di Alitalia”. Così ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, durante un’audizione alla Camera.
“In questi giorni stiamo seguendo con molta attenzione l’evoluzione dell’aumento di capitale per Alitalia”, ha ribadito Lupi sottolineando che i temi dell’aumento della continuità aziendale e della difesa dell’occupazione devono interessare il Governo con un’azione forte. “Dunque, nessun aiuto di Stato nè copertura dei debiti, ma un’azione doverosa da parte del Governo”, ripete Lupi.
Il ministro ha poi ricordato che l’Esecutivo è intervenuto «perchè appartiene alla politica di un Governo nazionale la garanzia della mobilità e dell’efficienza dei servizi e dei trasporti su scala nazionale e internazionale. Se l’Italia non decide quale ruolo vuole riguardo alla politica di trasporto nazionale e internazionale qualsiasi intervento inciderà solo sul breve periodo».
«La situazione di Alitalia oggi rispetto al 2008 è anche quella che dei 141 aerei della flotta, 132 sono in leasing. Nel 2008 la – ha ricordato Lupi – situazione era opposta. È evidente che questa è una cosa di cui tenere conto».
Intanto l’Unicredit, seguendo le orme delle Poste, si è detta disponibile a entrare nel capitale sociale dell’Alitalia, nel caso in cui una quota di 75 milioni dell’aumento di capitale non fosse sottoscritto dagli attuali azionisti. Insomma è probabile che in questi termini l’ex compagnia di bandiera possa continuare a volare nei cieli, purchè – come ricordano i sindacati – entro breve sia discusso un vero e proprio piano industriale. Ma non solo. Sarà necessario anche rivedere il piano nazionale del trasporto aereo. L’Italia ha bisogno di regole, ma soprattutto di farle rispettare. Cosa che finora non è mai successa, neppure con le furbate della Ryan Air.