L’Istat abbassa le stime sul Pil. Saccomanni cerca di difendersi. Consumi e occupazione ancora giù

ROMA – L’Istat ha diffusso oggi le stime sull’andamento del Pil nel 2013 e 2014, in ribasso ripsetto a quanto previsto dal nostro Governo, da Londra il Ministro dell’economia Saccomanni cerca, con scarso successo, di sollevare qualche dubbio. Si resta comunque nell’incertezza, andra male o molto male?

 

Istat. Giù le previsioni

L’Istat ha diffuso oggi le previsioni sull’economia italiana per il 2013-2014. In base alle risultanze del modello macroeconometrico sviluppato dall’Istat nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari allo 0,7% in termini reali, che seguirebbe alla contrazione dell’1,8% attesa per il 2013.  Il Ministro dell’Economia, che aveva già espresso accordo sul dato 2013 aveva però parlato, solo pochi giorni fa,  di un più 1,1 per cento per il 2014. Una differenza decisamente sostanziosa.

 

Saccomanni. Capire come sono state fatte le previsioni

Saccomanni, da Londra ha cercato di difendere i suoi numeri. Per il titolare di XX settembre la differenza di stime sulla crescita del Pil nel 2014 potrebbe essere «essenzialmente dovuta al processo di riforme strutturali che abbiamo intrapreso e alle misure per il rimborso dei debiti della pubblica amministrazione che sta procedendo molto bene». 

Saccomanni ha poi aggiunto «Non so in che misura l’Istat tiene conto anche di questi fattori».

 

La nota metodologica dell’Istat

All’interno della nota metodologica dell’Istat si trova la risposta ai dubbi del Ministro.

“Oltre alle esogene determinate dal modello OGM, le previsioni sono state realizzate utilizzando per le variabili demografiche gli scenari previsivi disponibili su demo.istat.it e per le variabili di finanza pubblica le ipotesi contenute all’interno del Disegno di legge di stabilità rilasciato ad ottobre 2013.”

L’Istat avrebbe quindi tenuto conto degli effetti economici della Legge di stabilità, anche se ancora allo stadio di disegno di legge.

 

Istat. Le componenti del Pil

Per l’Istat nel 2013 il prodotto beneficerebbe del solo contributo positivo della domanda estera netta (+1,1 punti percentuali). Nel 2014 la crescita del Pil sarebbe sostenuta sia dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,4 punti percentuali) sia dalla domanda estera netta (+0,2 punti percentuali). Anche la variazione delle scorte sosterrebbe la crescita seppur in misura contenuta (+0,1 punti percentuali). 

 

Istat. Ancora un crollo per i consumi

Secondo i dati Istat la spesa delle famiglie nel 2013 segnerebbe una contrazione del 2,4%. Nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014, la spesa dei consumatori è prevista crescere moderatamente (+0,2%). 

 

Istat. Ancora giù l’occupazione

Previsioni nerissime per l’occupazione con il tasso di disoccupazione, in crescita sostenuta nella prima parte dell’anno, che raggiungerebbe quota 12,1% nel 2013. Il prossimo anno, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell’economia (+12,4%). 

 

Federconsumatori vede più nero dell’Istat

La  Federconsumatori esprime dubbi sui dati Istat. L’associazione dei consumatori non condivide “le stime sul rialzo del PIL nel 2014 e nemmeno quelle sulla timida ripresa della spesa delle famiglie.”

L’AAssociazione afferma infatti che “Sono anni che la nostra economia versa in una situazione fortemente critica e che i bollettini economici annunciano che “il peggio sta passando”.

“Non vorremmo che questo atteggiamento fornisse un alibi al Governo per il mancato avvio delle necessarie ed improrogabili misure di rilancio economico.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Sarebbe necessario interrompere la spirale depressiva con la contrazione dei consumi (-8,1% nel biennio 2012-2013 secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori)  che “incide sempre di più sul calo della produzione industriale, che a sua volta determina un aumento della disoccupazione e, di conseguenza, una ulteriore diminuzione del potere di acquisto delle famiglie, pronta ad alimentare un nuovo calo della domanda interna.”

Per l’Associazione “è necessario che il Governo agisca con determinazione per un rientro dell’incremento IVA avvenuto ad ottobre (misura depressiva che colpisce soprattutto i redditi più bassi) e per una modifica all’insegna dell’equità dei nuovi tributi in arrivo nel 2014. Ci riferiamo in particolare alla Trise (da noi ribattezzata simil-IMU) che, in assenza di detrazioni sulla prima casa, comporterà ricadute pesantissime soprattutto per le famiglie numerose e per quelle residenti nelle cinture urbane (con rendite catastali più basse). “

 

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