Alitalia. Parte il confronto con i sindacati sui 1.900 esuberi

ROMA – E’ iniziato oggi il confronto tra Alitalia e sindacati sulla trattativa e in particolare sui 1.900 esuberi previsti dal piano di rilancio dell’ex compagnia di bandiera. Oggi i vertici ne discuteranno con il settore handling, con i rappresentanti dei dipendenti della manutenzione e del personale di terra.

Domani sarà la volta dei rappresentanti degli assistenti di volo, mentre il 10 febbraio ci sarà l’incontro con la categoria dei piloti. Per quanto riguarda il personale di terra, il Piano Industriale prevede 480 esuberi per gli operatori handling, 190 per la manutenzione e 600 per lo staff. La proposta aziendale per la cassa integrazione a rotazione del personale di terra, dopo aver escluso la Cig a ‘zero orè, rimane – a detta dei sindacati – «poco solidale» anche se, grazie al cosiddetto ‘Fondo Volò, viene garantito ai lavoratori un reddito pari all’80% della retribuzione.

Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, la proposta aziendale, per lo handling prevede la cassa integrazione a rotazione, nello scalo romano di Fiumicino, di 660 lavoratori, dai tre ai nove giorni al mese. Per gli addetti allo handling degli altri scali, la cassa integrazione riguarderebbe 259 addetti per un periodo dai 5 ai 16 giorni al mese. Per il settore della manutenzione la cig a rotazione, sempre secondo quanto proposto dall’azienda, dovrebbe riguardare 1.500 dipendenti da uno a cinque giorni al mese. Sempre parlando di personale di terra, per quanto riguarda lo staff, attualmente 2.289 lavoratori hanno già contratti di solidarietà per cinque giorni al mese, in base a un precedente accordo. Con il nuovo piano, la proposta aziendale prevederebbe un aumento che, incorporando la precedente cig, dovrebbe portare la quota tra i 5,5 e i 16 giorni al mese. Nel frattempo la compagnia aerea tedesca Lufthansa fa sapere di essere pronta ad aumentare il proprio impegno sull’aeroporto milanese di Malpensa nel caso in cui la nuova Alitalia, dopo l’imminente accordo con Etihad, decida di concentrarsi maggiormente sullo scalo di Linate, come ha chiesto insistentemente il governatore della Lombardia Roberto Maroni.

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