Lavoro. Rapporto Cgil, cassa integrati da record, 520 mila

ROMA  – E’ boom di richieste di cassa integrazione.  Si parla infatti di oltre 100 mln di ore registrate lo scorso mese, ben oltre gli 80 milioni mediamente conteggiati da gennaio 2009 ad oggi.

Dietro questa mole di ore sono coinvolti da inizio anno circa 520 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore in busta paga. Questa è la situazione che emerge dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps, effettuate dall’Osservatorio cig della Cgil Nazionale nel rapporto di marzo. 

Secondo il rapporto della Cgil sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-marzo, la meccanica pesa per 92.666.218, coinvolgendo 180.989 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Seguono il settore del commercio con 38.135.353 ore di cig autorizzate per 74.483 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 34.821.994 ore e 68.012 persone.

«Lo stato in cui versa il nostro sistema produttivo, insieme alla condizione dei lavoratori, continuano ad essere una seria e drammatica emergenza da affrontare», sostiene il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada.

«Al netto degli interventi fiscali il paese ha bisogno di una prospettiva che non può non prescindere dalla difesa e dalla valorizzazione del lavoro e della produzione». Per questo, prosegue Lattuada «vanno contrastate operazioni di ulteriore frammentazione del mercato del lavoro, così come vanno immediatamente sbloccate le

risorse per gli strumenti di sostegno in deroga. Ma deve essere al più presto – sostiene sempre Lattuada – messo in campo un grande piano di investimenti, a partire da quelli pubblici fino a quelli privati, che si occupi di creare lavoro. La sola via, il solo modo per offrire al paese una prospettiva». 

Nel dettaglio i dati della Cgil rilevano che «cresce il numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Nello specifico si registra un aumento dei ricorsi per crisi aziendale  che rappresentano il 50,13% del totale dei decreti.

Diminuiscono invece le domande di ristrutturazione aziendale, mentre aumentano quelle di riorganizzazione aziendale. Lo studio della Cgil sottolinea che «gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende continuano ad essere irrilevanti, pari al 5,58% del totale dei decreti. Un segnale evidente, eppure sottovalutato, del processo di deindustrializzazione in atto nel Paese».

Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi tre mesi dell’anno c’è la Lombardia, seguono il Piemonte  e l’Emilia Romagna.  Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 20.663.250 ore che coinvolgono 40.358 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig.

La meccanica è ancora il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione.

Lo studio rileva infine il calare del reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig,  i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig hanno perso nel loro reddito oltre un miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore in cassa a zero ore.

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