Crisi disoccupazione record. Torna la favola della luce e del tunnel

ROMA – Tocca stavolta a Commissione Ue e ad Istat spargere un minimo di ottimismo sul deprimente futuro del nostro Paese. 

Un futuro fatto di aumento del debito pubblico e della disoccupazione ma in cui si inserisce, e questa sarebbe appunto la nota positiva, la luce in fondo al tunnel, il lievissimo incremento del Pil nel corso del 2014, più 0,6 per cento, e la mera previsione del primo incremento dei consumi dopo tre anni

Commissione UE. Mini crescita maxi debito e disoccupazione

La Commissione europea ha reso note oggi a Bruxelles le previsioni economiche per i paesi europei. Le previsioni confermano la graduale ripresa dell’Europa in generale e dell’Italia in particolare, seppur con passo che si conferma di lumaca, dopo nove trimestri consecutivi di contrazione dell’economia. L’economia italiana in particolare mostra “segnali di una stabilizzazione della produzione” con Bruxelles che prevede una crescita nel 2014 dello 0,6% del prodotto interno lordo, dopo un calo dell’1,9% nel 2013. L’anno prossimo la ripresa dovrebbe mostrare una crescita dell’economia dell’1,2%. Queste cifre confermano quelle delle previsioni comunitarie di febbraio.

Per quanto riguarda invece l’andamento delle finanze pubbliche la Commissione prevede un deficit del 2,6% del Pil nel 2014 e del 2,2% del Pil nel 2015, in linea con le stime di febbraio. Ma come ha detto Siim Kallas, commissario Ue con delega agli Affari economici, commentando le previsioni il debito  pubblico “rimane il problema principale dei conti pubblici italiani”.

Viene infatti visto in netto peggioramento il rapporto debito/Pil dell’Italia, che farà segnare il livello record del 135,2% nel 2014 per poi scendere al 133,9% nel 2015 contro stime precedenti che indicavano il debito al 133,7% quest’anno e al 132,4% il prossimo. 

E sempre negativo sarà l’andamento della disoccupazione che è vista ancora in salita al 12,8% nel 2014 per poi ritracciare al 12,5% nel 2015.

Ma nonostante le previsioni non rosee la Commissione ci ricorda che potrebbe sempre andare peggio, con riferimento alla grave crisi in Ucraina, e ad eventuali sanzioni economiche contro la Russia, nel rapporto della Commissione si legge “Rischi al ribasso per le prospettive economiche italiane potrebbero provenire da un ulteriore apprezzamento dell’euro e da tensioni geopolitiche; ambedue i fattori potrebbero pesare sull’attesa ripresa trascinata dall’export”, 

Istat. Ripresa dei consumi. Ma per ora è solo una ottimistica previsione

A distribuire ottimismo, ma col contagocce, c’è anche l’Istat che ha distribuito oggi le previsioni per l’economia italiana nel triennio 2014-2016.

L’oracolo dell’Istituto Nazionale di Statistica prevede che dopo tre anni di riduzione, per la prima volta, i consumi tornerebbero a salire nel nostro Paese. Un incremento assolutamente ridotto ma comunque significativo di una inversione di rotta. Per l’Istat la spesa delle famiglie italiane, infatti, nel 2014 potrebbe segnare un aumento dello 0,2%, per poi aumentare ulteriormente nel 2015 dello 0,5%, fino all’1% nel 2016.

A trainare la crescita dei consumi soprattutto la componente interna mentre la componente estera resterebbe pressoché al palo.

L’Istat sottolinea però con precisione quanto queste previsioni siano suscettibili di errori e ricorda come “Lo scenario di previsione è particolarmente legato alle ipotesi relative all’evoluzione della domanda internazionale, del tasso di cambio e dell’offerta di credito che sono soggette a forte incertezza nel periodo analizzato. Le previsioni incorporano gli effetti macroeconomici di breve e medio termine della manovra di finanza pubblica presentata nel Documento di Economia e Finanza” mettendo le mani avanti su eventuali conferme negative dell’andamento dei consumi.

Consumatori. 80 euro avrebbero un impatto positivo sui consumi

Per le associazioni dei consumatori un valido impatto sui consumi si avrebbe dal più volte annunciato bonus di 80 euro. Secondo una nota di Adusbef e Federconsumatori “Dalle prime analisi appare lievemente sottostimato l’impatto degli 80 Euro in più in busta paga sui consumi nel 2014. L’Istat calcola infatti una ricaduta positiva “minima” del +0,2%.

Ma se, come siamo convinti, quanto stanziato per incrementare le buste paga sarà destinato dalle famiglie interamente al consumo (e non è difficile crederlo viste le condizioni di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie a reddito fisso) l’effetto, a prezzi costanti e in assenza di variabili recessive, potrebbe portare ad una ripresa dei consumi tra il +0,5 ed il +0,6%.”

Per i consumatori va comunque fatto molto di più, soprattutto dopo la forte contrazione dei consumi registrata in questi anni che nel solo nel biennio 2012-2013 è stata pari al -8,1% secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori.

La nota prosegue sottolineando come occorra”estendere le misure di rilancio del potere di acquisto anche ai pensionati: basta con la sterile scusa che non metterebbero in circolo tali somme destinandole invece al risparmio. Nella situazione disperata in cui si trova la maggior parte di essi (basti pensare che secondo un recente studio dell’Istat il 42,6% vive con meno di 1.000 Euro al mese) il risparmio è solo un lontano ricordo. “

Oltre ad interventi forti sul sul versante del lavoro e dell’occupazione, specialmente quella giovanile.

 

 

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