Prezzi alti dell’energia, crollano i consumi alimentari

ROMA – L’Italia registra due dati negativi, da una parte Eurostat ci ‘illumina’ sul fatto che il costo dell’energia, elettricità e gas, in Italia è ai massimi livelli in Europa e dall’altra parte Coldiretti annuncia un vero e proprio crollo, del 4,1 per cento, del fatturato nell’industria alimentare.

Eurostat. Prezzi dell’energia in salita in tutta la Ue

Eurostat ha diffuso oggi i dati relativi all’andamento dei prezzi nell’energia nell’Unione Europea. Secondo l’istituto di statistica i prezzi dell’energia elettrica per le famiglie, nell’Ue a 28, sono aumentati in media del 2,8% nella seconda metà del 2013, meno dello stesso periodo dell’anno precedente, quando l’incremento era stato del 6%. Per i prezzi del gas per le famiglie l’andamento è simile con un aumento, sempre nel secondo semestre dell’anno scorso, dell’1% su base annua, a fronte del +8,2% registrato nella seconda metà del 2012.

L’Italia è tra i Paesi che fanno registrare i prezzi più alti per i consumatori. Si piazza infatti al quinto posto per l’elettricità con un costo di 23,2 euro per 100 kWh contro 21,3 di media europea, e al terzo posto per il gas (9,5 euro per 100 kWh contro una media di 7,9). Il costo dell’energia elettrica per le famiglie italiane (tasse incluse) è salito dell’1,1%, l’anno precedente era però balzato dell’11,2%, mentre quello del gas è calato del 2,3%, ma anch’esso era balzato l’anno precedente, +10,6%.

Coldiretti: taglio consumi, crolla fatturato

Da una analisi della Coldiretti emerge come sia crollato del 4,1 per cento il fatturato nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco per effetto della diminuzione dei consumi interni nel 2014 che non sono compensati adeguatamente dall`andamento positivo delle esportazioni.  L’analisi della Coldiretti è basata sui dati Istat relativi alla produzione industriale di marzo. Secondo Coldiretti a pesare sull’industria alimentare e delle bevande, che fa registrare il secondo peggior risultato negativo dopo i prodotti petroliferi, è soprattutto il taglio nei consumi alimentari nazionali, che in media è stato pari al 2 per cento e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola dalla pasta (-5 per cento) all`extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento).

E a colpire non è solo la riduzione quantitativa, che appare anche logica visto che la spesa alimentare è la seconda voce del bilancio familiare dopo la casa, seppur particolarmente poderosa visto che ha riportato i consumi indietro “di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell`Istat”. Impressiona infatti anche la variazione del livello qualitativo degli alimenti acquistati e la tendenza sempre più forte al low cost.

Per Coldiretti “Una conferma viene dal fatto che le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio in Italia con un +2,9 per cento nel bimestre 2014 secondo l`Istat”.

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