La disoccupazione esplode, tre milioni e mezzo senza lavoro. Giovani più colpiti

 

ROMA – Nuovo record del tasso di disoccupazione che continua la sua avanzata ignorando proclami ed annunci del Governo e fa segnare il 13,6 per cento, non era mai stata così alta. Il numero dei senza lavoro sfiora ormai i 3,5 milioni e per i giovani del sud si arriva allo stupefacente dato del 60,9 per cento di disoccupati.

E anche la locomotiva d’Italia segna il passo con la Lombardia che, pur in condizioni migliori del resto del Paese. Fa segnare al proprio tasso di disoccupazione il record storico all’8,9 per cento.

Preoccupata la Cgil che sottolinea l’aggravarsi del divario Nord-Sud mentre le opposizioni parlamentari chiedono che il Governo riferisca in aula sulla questione lavoro.

Istat. Dati trimestrali, un record in negativo.  

Secondo i dati Istat i disoccupati sono 3 milioni 487 mila persone e il tasso di disoccupazione trimestrale è pari al 13,6%, in crescita di 0,8 punti percentuali su base annua ed in crescita da undici trimestri consecutivi, non era mai stato così alto dall’inizio delle serie nel 1977. Per gli uomini l’indicatore passa dall’11,9% all’attuale 12,9%; per le donne dal 13,9% al 14,5%. Aumentano i divari territoriali, con l’indicatore nel Nord al 9,5% (+0,3 punti percentuali), nel Centro al 12,3% (+1,0 punti) e nel Mezzogiorno al 21,7% (+1,6 punti). E’ il numero dei disoccupati, ancora in aumento, che preoccupa. Nel primo trimestre 2014 rispetto al 2013 il numero dei disoccupati è aumentato del 6,5%, pari a 212.000 unità ed in questo numero ci sono sia coloro che hanno perso il lavoro sia le persone in cerca del primo impiego. Il grosso dell’aumento, sei casi su dieci, riguarda i giovani con meno di 35 anni.

Aumenta anche la durata dello status di disoccupato con il 58,6% dei disoccupati che cerca lavoro da un anno o più erano il 54,8% nel I trimestre 2013. 

L’altra faccia della medaglia ci dice che nel primo trimestre 2014 è proseguito il calo del numero di occupati (-0,9%, pari a -211.000 unità), soprattutto nel Mezzogiorno (-2,8%, pari a -170.000 unità). La riduzione degli occupati è stata maggiore per gli uomini (-1,3%, 164.000 unità) che per le donne (-0,5%,  -47.000 unità). 

 

Diminuisce il lavoro per gli italiani e gli stranieri

Ed il lavoro diminuisce sia per gli italiani (-199.000 unità) che per gli stranieri (-12.000 unità). In confronto al primo trimestre 2013, il tasso di occupazione degli stranieri segnala una riduzione di 1,6 punti percentuali a fronte di un calo di 0,3 punti di quello degli italiani. 

Secondo l’Istat nell’industria in senso stretto rallenta il calo tendenziale dell’occupazione (-0,3%, pari a -16.000 unità), ma è marcata la contrazione di occupati nelle costruzioni (-4,8%, pari a -76.000 unità). E mentre continua il calo degli occupati a tempo pieno (-1,4%, pari a -255.000 unità rispetto al primo trimestre 2013), gli occupati a tempo parziale continuano ad aumentare (1,1%, 

pari a +44.000 unità), ma la crescita riguarda esclusivamente il part time involontario (il 62,8% 

dei lavoratori a tempo parziale). 

Agghiacciante il dato sui giovani con il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni che sale al 46,0% (era il 41,9% nel primo trimestre 2013). Nelle regioni del Mezzogiorno il 60,9% della forza lavoro giovanile, ossia occupati e disoccupati, è in cerca di lavoro (pari a 347.000 unità).

Camusso. Dato grave che segna la crescita della disuguaglianza

La segretaria della Cgil, Susanna Camusso ha dichiarato, a margine della conferenza stampa sulla vertenza Rai, che il dato diffuso dall’Istat “È un dato molto grave che segna la crescita della disuguaglianza tra il nord e il sud e soprattutto significa che non è partito il processo di creazione di lavoro”.

Per la Camusso “Basta con continuare a ragionare di debiti e di tagli, bisogna ragionare di creazione di lavoro. Altrimenti qualunque ragionamento sulla crescita è appeso alla speranza

M5S, Lega e Sel chiedono al Governo di presentarsi in Aula alla Camera a riferire sull’emergenza disoccupazione.

In una nota Giorgio Airaudo di Sel afferma  “Il ministro del Lavoro Poletti e il Governo vengano a riferire in Parlamento e ci dicano come si crea lavoro nel nostro Paese, poichè il decreto appena approvato non ne creerà nemmeno uno di nuovo. Sel ha già presentato proposte di legge per far ripartire l’occupazione e il lavoro. Aspettiamo le risposte del Governo”. 

 E si ferma anche la locomotiva lombarda

Nonostante dati nettamente migliori rispetto al resto d’Italia, come l’aumento dello 0,7% delle persone occupate nel 2013, il mercato del lavoro soffre anche in Lombardia. 

A dirlo è il rapporto “L’economia della Lombardia” presentato oggi dalla sede milanese della Banca d’Italia che, sulla base delle rilevazioni trimestrali dell’Istat vede in frenata l’occupazione lombarda (-0,2%), e il tasso di disoccupazione che fa registrare il suo massimo storico all’8,9%.

 

 

 

 

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