Meridiana. I dipendenti, storia di un flop tutto italiano

CAGLIARI –  Dopo l’annuncio dell’azienda di mettere 1.600 dipendenti in mobilità i dipendentilavoratori lanciano un nuovo comunicato informando che non ci sarebbe nessun piano di rilancio del vettore e puntanti il dito sull’Ad, che oltre a non far utili da 2 anni sarebbe più pagati dell’ad Air France.

“È davvero troppo facile chiudere il teatrino penoso di una disastrosa strategia industriale e di business creativo licenziando 1600 dipendenti e metterli ancora per chissà quanto tempo a carico della collettività”. Così esordiscono in una nota i dipendenti in esubero in Meridiana.

“Impossibile – continua la nota –  credere che a questo epilogo ci sia arrivato un management profumatamente pagato. L’AD di Meridiana, Ing. Scaramella, il quale percepisce più di 700.000 euro l’anno, più di quanto percepisca l’AD di Air France o Easy Jet, e continua a percepirli tutti, senza decurtazioni né sacrifici, senza essere riuscito a fare un solo euro di utile in due anni. Il taglio doloroso è stato annunciato pochi giorni fa, insieme ad un non ben definito piano industriale e al lancio di nuove rotte, che però non farà il personale navigante Meridiana, che andrà tutto in mobilità, ma i meno costosi e più flessibili “cugini” di Air Italy, compagnia al 100% di proprietà di Meridiana, secondo quel gioco di scatole cinesi per cui si travasa attività nella scatola più piccola e meno costosa svuotando di operatività la scatola grande, con il solo risultato di generare ESUBERI, talmente tanti ESUBERI da essere balzati dal 40% della forza lavoro a quasi il 90%. Air Italy è stato l’ultimo illuminato acquisto di Meridiana, compagnia dalla flotta vecchia e completamente in perdita, ma funzionale al gioco di cui sopra”.

“Nonostante tutto, – scrivono i dipendenti – e le ingenti somme versate dal fondo Akfed – del Principe AG Khan, Meridiana è in rosso. Qual è il vero problema? Non è il costo del lavoro, ma l’incapacità certificata dalle perdite di questo management di aggredire il mercato scegliendo nuove e redditizie rotte, secondo i trend del settore.   Bisogna dirlo chiaro e tondo che sono stati proprio i dipendenti, in questi ultimi 4 anni, a fare i sacrifici maggiori vedendosi decurtati gli stipendi fin del 30% ed aumentata la flessibilità e la produttività a dismisura. Ed ora l’epilogo”.

Insomma, secondo i lavoratori, ora il  il conto salato dell’incapacità altrui sarà ancora una volta addebitato ai 1600 dipendenti su 1742. 

Numeri che fanno rabbrividire, e che gli stessi dipendenti chiamano come una sorta di “pulizia etnica” in grande stile, una vera e propria macelleria sociale che si svolge sotto gli occhi chiusi o distratti di tutti. “É notizia di questi giorni – riporta la nota – di un nuovo esposto presentato in procura dalle OO.SS. Per truffa ai danni dello Stato. Noi aspettiamo, fiduciosi”.

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