Draghi rassicurante. Né recessione né deflazione

ROMA – Un Draghi rassicurante va in onda sulla radio francese Europa1 e cerca di scaldare i freddi animi del Vecchio Continente. Per il Governatore della BCE la ripresa nell’Eurozona “è modesta, debole, fragile e non omogenea ma non è una recessione”.

Non deflazione ma ‘inflazione troppo bassa’

Draghi fa inoltre quella che a molti è sembrata una acrobazia stilistica affermando che per l’Eurozona “non vediamo rischi di deflazione ma piuttosto di un’inflazione troppo bassa per un periodo di tempo troppo lungo”. Per Draghi quindi l’eurozona non scivolerà nel burrone della deflazione e nella vite infinita del calo dei prezzi ma si limiterà a camminare sul ciglio per ‘un periodo troppo lungo’.

Riforme al centro. La politica economica non arriva dappertutto

Draghi richiama inoltre la politica al compito di innovare e semplificare. Per il Governatore, infatti, “la politica monetaria non può da sola fare crescita. Ci devono essere altri tipi di proposte, in primo luogo a livello di riforme strutturali. Possiamo offrire tutto il credito possibile al settore privato ma, se poi, un giovane imprenditore in alcuni Paesi deve aspettare mesi per avere le autorizzazioni e quando le ha è sovraccaricato dalle tasse” andrà a finire che “non chiederà credito”. 

Per Draghi un livello di credito adeguato resta inoltre una condizione necessaria ma non l’unica.

Il rischio principale è la disoccupazione

Per Draghi il “rischio principale per l’Eurozona è la disoccupazione, giovanile ma anche generale” e più in generale la mancanza di fiducia “nel futuro e anche fra gli Stati membri dell’euro, mancanza di fiducia nella capacità di resistenza dell’euro, e la dobbiamo combattere. Tutti assieme dobbiamo lottare contro questa mancanza di fiducia”.

Gli strumenti che propone Draghi “sono gli investimenti, privati ma anche pubblici” ma oltre a ciò bisogna rilanciare anche le riforme strutturali. Per Draghi “la risposta migliore alla mancanza di speranza che affligge milioni di disoccupati in Europa è mettere in atto queste riforme e condurre buone politiche. La politica monetaria farà la sua parte”. 

Draghi. Meglio troppo che troppo poco

Dal Governatorearriva quindi l’esortazione a completare le riforme annunciate.”C’è una frase che ho detto di recente, il rischio di fare troppo poco e più elevato di quello di fare troppo e questo vale anche per le riforme strutturali. La maggior parte dei Paesi dell’area dell’euro le ha messe in cantiere e definite. Ora bisogna passare all’azione e ogni Paese ha la sua agenda”.

Amerigo Rivieccio

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