La Cgil in piazza contro le politiche di Renzi. Camusso si appella ai lavoratori

Attesi a Roma un milione di persone

ROMA – E’ forte e chiaro il richiamo della Cgil, che ha deciso di manifestare a Roma contro il jobs act e per l’articolo 18 il prossimo 25 ottobre. Un appello a cui stanno rispondendo migliaia di lavoratori e lavoratrici delusi dalle scelte del governo guidato da Matteo Renzi. E’ la stessa Susanna Camusso a chiamare a raccolta gli iscritti, i simpatizzanti e tutti quei lavoratori che oggi si sentono privati dei loro diritti. «A nome di tutto il gruppo dirigente, rivolgo un cordiale invito a tutti i nostri iscritti  perché siano presenti a Roma il 25 ottobre. Il vostro coraggio è importante», scrive la segretaria testualmente.

Invito che stando ai pronostici potrebbe portare in piazza oltre un milione di persone. Se così fosse sarebbe un vero e proprio pugno sullo stomaco non tanto per il premier, a cui viene chiesto di cambiare la sua politica economica, quanto al partito democratico che si richiama troppo spesso a quei principi liberisti non propriamente di sinistra. Susanna Camusso nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato come dai dati emersi dal sondaggio Tecnè commissionato dalla Cgil e dall’associazione Bruno Trentin sui sul gradimento dei temi del 25 ottobre, emerge che il 70% della popolazione italiana giudica positivo lo slogan scelto dalla Cgil: “Lavoro, dignità, uguaglianza, per cambiare l’Italia”, percentuale che sale al 79% se si considera il giudizio tra gli iscritti al sindacato. “Il consenso rispetto allo slogan ci fa molto piacere – ha commentato Camusso – perché significa che l’idea di un’altra strada per cambiare l’Italia, mettendo al primo posto il lavoro, è condivisa dalla popolazione”. Secondo la leader della Cgil il sondaggio, effettuato fra il 10 e il 13 ottobre scorso, mostra che l’organizzazione sindacale è “l’unica barriera alla frantumazione del corpo sociale e all’idea di divisione, di tutti contro tutti”. Il 25 ottobre, ha proseguito Camusso “sarà solo l’inizio della mobilitazione, perché non ci rassegnamo all’idea che la riduzione dei diritti possa fare bene al paese. Siamo di fronte a una riduzione ulteriore degli investimenti e senza gli investimenti ogni ragionamento sul lavoro è aleatorio. La riduzione dell’Irpef a pioggia rischia di non avere effetti sul vero problema del Paese, cioè la disoccupazione”.  “In assenza di investimenti – ha osservato Camusso – non vedo come si potrebbe ridurre di un terzo la disoccupazione, mentre settori interi dell’industria sono andati in disarmo, tante imprese hanno chiuso, non sono stati fatti investimenti nell’innovazione”. Per la eader della Cgil, “serve una politica industriale per i settori in difficoltà, nonchè serie misure di lotta all’evasione e alla corruzione” ha concluso Camusso.

Nel frattempo si accende una diatriba nella sinistra, ovvero essere o non essere in piazza. Infatti proprio il 25 ottobre Renzi sarà impegnato alla Leopolda. Il premier, dal canto suo, ha parlato di  profondo rispetto per la  prova di piazza della Cgil. «Questo fine settimana – ha detto – un importante sindacato riunisce centinaia di migliaia di persone. Abbiamo un profondo rispetto indipendentemente dal dibattito che c’è tra di noi. C’è rispetto ogni volta che un’organizzazione importante affronta una prova di piazza”.  Ma è chiaro che le parole di Renzi siano dettate tutte dalla circostanza.

Inutile dire che molti della minoranza del PD diserteranno la Leopolda. Cesare Damiano e Pippo Civati  hanno già fatto sapere che si sentono più a loro agio in mezzo ai lavoratori. Gli stessi a cui il governo Renzi vuole cancellare la dignità.

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