Turismo. Domani lavoratori in piazza. Oltre 1 milione senza contratto

ROMA – Domani incorciano le braccia i lavoratori del turismo per chiedere il rinnovo del contratto nazionale del lavoro, scaduto da oltre 24 mesi.

Sono oltre un milione gli addetti dei pubblici esercizi, dei tour operator, delle agenzie di viaggio, della ristorazione collettiva e degli alberghi interessati dallo sciopero generale dei comparti turistici proclamato dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs.

La sottoscrizione del rinnovo del contratto, lamentano i sindacati, si è infatti solo registrata con le associazioni datoriali Federalberghi e Faita, mentre sono purtroppo ancora in fase di stallo le trattative avviate con le associazioni datoriali Fipe, Fiavet, Federturismo, Confindustria Alberghi, Angem, Alleanza delle Cooperative Italiane e  Confesercenti.

“Non è possibile -dice a Labitalia Pierangelo Raineri, segretario generale della Fisascat Cisl- che ci siano aziende che applicano il nuovo contratto e altre che non lo fanno. Ci aspettiamo una partecipazione allo sciopero il più alta possibile. Abbiamo chiesto alle parti di riaprire il confronto, anche perchè, dopo aver rinnovato il contratto del terziario, ci sembra il caso di chiudere positivamente anche questa partita. Anche considerando che a breve -continua Raineri- si aprono degli eventi importantissimi per il settore come l’Expo e il Giubileo”. 

La protesta sarà rafforzata con lo svolgimento di tre grandi mobilitazioni. Sono Milano, Roma e Taormina le piazze che ospiteranno i cortei e i comizi sindacali, rispettivamente per i delegati elle Regioni del Nord, del Centro e del Sud Italia e dove si alterneranno gli interventi delle segreterie nazionali Fisascat Filcams e Uiltucs. “Abbiamo organizzato la giornata di domani -spiega Raineri- con un evento a Milano, dove si terrà Expo, uno a Roma, visto l’appuntamento del Giubileo, e un altro a Taormina, per porre in evidenza i problemi che devono affrontare i lavoratori stagionali”.

“Lavoratori -conclude Raineri- che con la nuova Naspi avranno a disposizione un’indennità di disoccupazione ancora più ridotta che in passato. E inoltre con la normativa attuale per andare in pensione, servendo 40 anni di contributi, questi lavoratori dovrebbero lavorare  80 anni, visto che il loro è un impiego stagionale di 6 mesi”.

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