Poste. Tutte le risorse siano destinate per creare rilancio occupazionale

ROMA – Al via l’Ipo di Poste. Un piano di privatizzazione che, come abbiamo più volte affermato, non ci piace affatto. Non riteniamo opportuna, infatti, la svendita dei “gioielli di famiglia” messa in atto in questi mesi.

L’unica attenuante che renderebbe minimamente accettabile tale piano è la condizione che tutte e sottolineiamo tutte, le risorse ricavate vengano destinate a concrete operazioni di rilancio occupazionale. Attraverso tali privatizzazioni, infatti, si sottraggono importanti risorse per il futuro e quindi per i giovani. È soprattutto a loro che tali risorse vanno pertanto destinate, avviando un serio piano di investimento teso a rimettere in moto, veramente, il mercato del lavoro.

Un piano che preveda il rilancio degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca; la realizzazione di opere di modernizzazione e messa in sicurezza di scuole, ospedali e infrastrutture; l’avvio di un piano dettagliato per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del nostro Paese. Da qui bisogna ripartire per sostenere quei timidi ed incerti segnali positivi registrati dalle ultime rilevazioni economiche.

Innescare una reale ripresa significa restituire potere di acquisto alle famiglie (che dal 2008 ad oggi, su tale fronte, hanno subito una contrazione del -13,4%), dando reddito a chi non ce l’ha o l’ha perduto e dando così nuovo impulso alla domanda e quindi alla produzione. Non dimentichiamo che la disoccupazione ha un costo altissimo per le famiglie in generale: queste ultime, con una spesa di circa 400-500 Euro al mese, devono sostenere figli e nipoti senza lavoro, operando così importanti rinunce e modifiche delle proprie abitudini di consumo.

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