Forza Italia, partito senza soldi. 91 dipendenti licenziati

ROMA – Sarebbero 81 i dipendenti di Forza Italia a rischiare il posto di lavoro con la procedura di licenziamento collettivo avviata oggi e annunciata dal tesoriere unico Mariarosaria Rossi con una lettera inviata a eletti e iscritti, pubblicata on line sul sito azzurro.

Da tempo il partito è in bolletta a causa dell’abolizione del finanziamento pubblico e per la scelta di Silvio Berlusconi di chiudere i rubinetti per le casse dopo aver garantito con fideiussioni personali e poi azzerato gli oltre 90 milioni di debiti verso le banche, diventando l’unico creditore (e quindi ‘proprietario’) della sua creatura politica fondata nel ’94. Secondo l’ultimo bilancio, quello chiuso al 31 dicembre 2014, i lavoratori di Fi, in realtà, sarebbero 86, tutti in cig dal primo marzo scorso e 37 a zero ore, ma cinque non vanno contemplati: si tratta di un ‘dirigente’ e 4 ‘dipendenti’ in aspettativa per cariche politiche, ovvero il parlamentare Luca D’Alessandro, passato al Misto con la componente verdiniana della Camera; il senatore di Fi e responsabile dei Dipartimenti, Francesco Giro; il deputato Giorgio Lainati, vicepresidente della Vigilanza Rai e primo capo ufficio stampa nazionale azzurro e Antonio Palmieri, responsabile del sito internet forzista. In servizio effettivo, dunque, sarebbero 81 e l’intesa siglata il 19 febbraio scorso al ministero del Lavoro con i sindacati prevedeva la cassa integrazione al 50 per cento delle ore lavorate per 44 di loro (a rotazione o con part time), e la cig a zero ore senza rotazione per gli altri 37 ”in virtù delle funzioni effettivamente svolte e non più contemplate nel futuro assetto come da piano di riorganizzazione”. Rendiconto alla mano, il personale peserebbe sui conti quasi 6 milioni di euro.

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