Indice di Volatilità dei mercati o Vix: l’incubo peggiore per i guru della finanza mondiale

ROMA – Questo perfetto sconosciuto per noi comuni mortali rappresenta uno degli incubi peggiori per i guru della finanza mondiale e per gli esperti che supportano i governi nazionali. 

In questo periodo di finanza turbolenta post recessiva, l’indice di volatilità o Vixviene evocato per valutare il termometro della situazione economica attuale e prevedere gli eventuali sviluppi a breve e lungo termine. Allo stesso tempo il Vix viene evocato anche per altri scopi, ovvero per incutere timore ai risparmiatori oppure per permettere agli operatori della finanza di giustificare le prestazioni negativi di numerosi fondi di investimento.

Prima dell’avvento delle crisi recessiva praticamente nessuno conosceva questo particolare termine finanziario, ma il corso degli eventi ha portato la ‘gente comune’ ad interessarsi di alcuni dei parametri che regolano lo stato di salute della nostra economia e di conseguenza della nostre famiglie. Negli ultimi anni le banche centrali, nel nostro caso la BCE, hanno riversato miliardi di euro su questi particolari listini con l’obiettivo di ridurre al minimo la volatilità e rendere i mercati stabili. L’inondazione di liquidità ha sortito degli effetti positivi permettendo a molte nazioni di riemergere dal baratro della recessione, dall’altro ha però praticamente azzerato i rendimenti ottenibili con la maggior parte delle attività finanziarie.

Come tutti i fenomeni economici, la volatilità dei mercati è destinata a ripetersi ciclicamente nel prossimo futuro. Gli esperti del settore Fintech hanno implementato nuove strategie per proteggersi dalle montagne russe dei mercato,  basate su strumenti che clonano l’andamento del famigerato “indice della paura”. La prima regola per ridurre la volatilità e di conseguenza diminuire il rischio degli investimenti, è quello di costruire un portafoglio adeguatamente diversificato fra le varie tipologie finanziarie. Altra regola d’oro, che varia in funzione della disponibilità economica del singolo risparmiatore, è quella di evitare di investire in un’unica disposizione. I piani di accumulo azzerano gli effetti negativi della volatilità permettendo al risparmiatore di proteggersi dagli effetti di breve periodi del mercato e allo stesso tempo di far crescere il capitale con investimenti dilazionati nel tempo.

L’incertezza è un fattore fondamentale nell’analisi macroeconomica – commenta Emilio Colombo, Professore Associato dell’Università degli Studi di Milano Bicocca che collabora con il team di Moneyfarm – perché è quello che frena maggiormente gli investimenti. Oggi nel nostro Paese ci sono condizioni ottimali per investire, eppure nessuno lo fa. Ci sono molti metodi per valutare l’incertezza, come l’indice di volatilità dei mercati finanziari, il VIX. Dalle nostre analisi l’indice di incertezza Moneyfarm segue un andamento analogo a quello del VIX. La prossima fase del nostro lavoro riguarderà proprio la modalità di trasmissione dell’incertezza tra mercati e pubblico: al momento l’impressione è che il principale meccanismo sia dai media al mercato”.

Sulle caratteristiche di tale strumento finanziario è intervenuto anche Riccardo Milan di Advisory Capital Strategies Partners: ”L’investimento sulla volatilità è un’opzione riservata agli operatori qualificati e non ai risparmiatori retail perché gli strumenti a disposizione sono pochi, alcuni dei quali sono a leva e possono avere in un lasso temporale anche molto breve variazioni di valore impressionanti”. Milan evidenzia come sia importante che i risparmiatori si rivolgano ad operatori qualificati in grado di gestire tutto il processo di investimento, in quanto il fai da te potrebbe essere decisamente dannoso. “Subire un danno da un prodotto che si pensa di acquistare a scopo di protezione sarebbe addirittura una beffa”, conclude l’esperto in Fintech.

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