Governo senza bussola. Borse senza difesa

MILANO – Certo che l’Italia sembra intenzionatissima a far di tutto per farsi del male, avvitata in una grave forma di tafazzismo, cominciando da manovre al confine del suicidio economico come la ventilata proposta trementina di superbollo sui conti titoli, proposta cui ha fatto ovviamente seguito una piccola ondata di liquidazioni di posizioni secondarie e di chiusura di conti titoli che ha portato un aumento dell’offerta ed ha creato le prime basi per il crollo; e come non citare l’ostinato silenzio in cui il premier-azionista di riferimento si è chiuso nei giorni seguiti alla sentenza Mondadori, lasciando gli azionisti in preda a dubbi ed interrogativi che i mercati mal digeriscono.

In splendida conclusione come non citare la precisione chirurgica con cui stamane è stato annunciato il trasferimento di ben tre ministeri nel Profondo Nord, precisamente i due ministeri sostanzialmente inutili gestiti da Calderoli, autore dell’annuncio, e da Bossi, e fin qui i mercati si sarebbero interessati di tutt’altro, e addirittura il Ministro dell’Economia e Finanze che verrebbe trasferito a Monza ed i cui uffici aprirebbero il 23 luglio alle 11,30. E su questa ultima affermazione anche lo speculatore più sentimentalmente legato all’Italia avrà pensato che, in fondo ce lo stiamo andando a cercare se perdiamo tempo a parlare di queste sciocchezze con tutto ciò che ci succede sul parterre. E venerdì scorso potrebbe essere stato solo l’inizio. Dopo il profondo rosso che aveva fatto segnare Milano, che aveva fermato le lancette della chiusura di venerdì a meno 3,24%, oggi la borsa di casa nostra si è affacciata sull’orlo del burrone, con segni pesantemente negativi ed arrivando a toccare meno 3,40%.
Il minimo d’anno, ad oggi fissato venerdì scorso a quota  18.969 punti è già stato pesantemente ritoccato ed ora Milano gira attorno a quota 18.400.

 

 

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